Dalla chiesa si sale ancora sulla strada asfaltata e, dopo aver superato una fonte alla destra, si svolta decisamente a destra imboccando un’altra strada che sale verso le case al limitare del bosco; prima che la strada termini in prossimità di un piccolo piazzale, si prende una larga mulattiera selciata protetta da un parapetto metallico che si alza sulla sinistra. Con buona pendenza questa si snoda con alcuni tornanti arrivando ad un bivio (947 m) al quale si lascia alla destra il sentiero per Montata; subito dopo si giunge ad un successivo bivio dove, abbandonando la mulattiera, si svolta a destra passando da una cappelletta e, dopo aver attraversato un piccolo pascolo,si giunge all’antica borgata Piana (1061 m) dove si trova l’oratorio di San Giovanni “il vecchio” con affreschi del XV sec. Salendo tra le case si ritrova il bel sentiero che prosegue nel bosco uscendo poi in spazi più aperti dove si passa poco distante da un paio di baite (1150 m) e successivamente, dopo aver attraversato un piccolo pascolo, se ne supera un’altra isolata (1238 m); rientrati temporaneamente nel bosco, se ne esce quasi subito arrivando alle panoramiche baite dell’alpe Selletto (1266 m) dove si lascia un sentiero che scende alla sinistra. Proseguendo sulla marcata dorsale si supera la cappelletta del Cristo dell’Alpe per passare poi, usciti nuovamente dal bosco, alla sinistra di una panoramica baita (1357 m); rientrati subito nel bosco di betulle si ignorano un paio di bivi rimanendo sul largo sentiero che percorre la dorsale. Usciti, questa volta definitivamente dal bosco, si sale per pascoli con la traccia sempre evidente avendo già davanti la meta dell’escursione; raggiunta in breve l’alpe Pian Campello (1545 m) si continua alle spalle di essa attraversando una boschina di ontanelli e bassa vegetazione passando dal caratteristico spuntone roccioso chiamato Sass da Bek. Oltrepassata una baita isolata si arriva all’alpe Pratobianco inferiore (1701 m) alle spalle della quale il sentiero sale ripido in linea retta dove si trovano i ruderi dell’Alpe Pratobianco superiore (1790 m). Raggiunta una tozza anticima il sentiero spiana temporaneamente percorrendo un’ampia spalla erbosa dove si lascia alla destra un sentiero che scende sul pendio; arrivati sotto la vetta si salgono un paio di tornanti ed in breve si raggiunge la croce metallica posta sopra di essa. Superatala si scende seguendo la cresta tra i rododendri si tocca la selletta quota 1851 m dalla quale si riprende a salire con la traccia che si dirige verso un segnavia sul vicino cocuzzolo; da questo ci si sposta percorrendo un breve traverso sulla sinistra riprendendo subito la cresta con la quale, superata senza difficoltà la quota 1856 m, si arriva in cima alla Massa dei Ratei (1927 m) dove si trova un cippo di pietra. Seguendo l’ampia dorsale si scende dalla parte opposta raggiungendo in breve un colletto (1905 m) dove si hanno davanti le tre punte da salire in sequenza rimanendo fedelmente sul filo di cresta. Raggiunta con un breve strappo ripido la prima (1894 m) si raggiunge subito la successiva (1917 m) dopo la quale si deve salire un ripido canalino erboso per raggiungere il segnavia posto sull’ultima punta (1929 m) ed anche punto più elevato dell’escursione. L’attraversamento delle tre punte si può anche evitare abbandonando il sentiero al colletto sotto la prima punta per prendere una traccia che, sulla sinistra, compie un lungo traverso sul ripido pendio dove si trovano però tratti con erba olina la cui scivolosità è nota. Dalla punta si scende sulla cresta ricoperta da rododendri aggirando sulla sinistra, nella parte bassa, una puntina sul sentiero un po’ esposto anche qui con erba olina; raggiunta di nuovo la dorsale si arriva in vista del Passo del Cavaione che in breve si raggiunge (1760 m). Dalla palina si devia alla sinistra, ora su bel sentiero, scendendo un pendio erboso dove si trova l’alpe Cavaione con annesso l’omonimo rifugio non custodito (1640 m); ignorato il sentiero che sale sulla destra, si scende ancora in obliquo per un breve tratto deviando poi decisamente sulla sinistra abbassandosi fino al torrente che, non essendoci ponticelli, si guada nel punto migliore. Messo piede sull’opposto versante si prosegue in piano aggirando un largo costone, proseguendo diritto al bivio per l’alpe Casarolo (1554 m) dopo il quale si riprende a scendere più decisamente con alcuni tornanti che portano alla bella e ben tenuta borgata dell’alpe Varmàa (1380 m). Senza prendere il sentiero che prosegue a destra tra le baite, si scende proprio sotto di essa raggiungendo ancora il torrente di fondovalle che si attraversa su uno stretto ponticello in ferro. Attraversato un bosco di betulle si giunge alla panoramica alpe sull’Oro (1273 m) dalla quale, rientrati subito nel bosco, se ne percorre la ripida fiancata su comodo sentiero che, passate le balze esposte di Erbarosa, arriva all’alpe Boccaricciolo (1110 m). Si prosegue superando la vicina Alpe Riale del Cavallo (1090 m) dove si trova una cappella votiva della fine del 1700, l’alpe Pianelle (1047 m) ed una baita isolata (964 m); ignorate anche due deviazioni segnalate da paline lignee si giunge alla Madonna delle Giavinelle (890 m), ora in fase di restauro, dove si trovano affreschi settecenteschi. Superata successivamente la cappella del Fò Grande si lascia alla destra il sentiero che scende ad Oro continuando ad aggirare il largo costone boschivo arrivando ben presto alle prime case della frazione Ronco dove si attraversano le case raggiungendo il punto di partenza e chiudendo così l’anello.
- Cartografia:
- Geo4Map - quadrante nord-est 1:25000 val mastallone,boccioleto,rossa,varallo