Utilizzando la seggiovia bisogna tenere conto che la prima corsa è alle 8.30 mentre l'ultima dall'Ospizio della Croce è alle 17.15.
Fino alla Forcella della Croce si tratta di un itinerario escursionistico con alcuni tratti attrezzati con cavi metallici (utili ma non indispensabili), mentre alcuni punti del sentiero sono abbastanza esposti e su terreno ricoperto di detriti, dove non sono presenti cavi. E' quindi un itinerario che richiede esperienza e passo sicuro. Inoltre è altamente sconsigliato in caso di terreno umido o peggio verglassato (tenere conto che la prima parte del percorso è rivolta ad ovest e prende il sole molto tardi).
La parte conclusiva per la cima del Sasso delle Dieci invece è una breve ferrata, che richiede l'utilizzo del set in quanto piuttosto esposta e con passaggi di II (le difficoltà maggiori e l'esposizione sono all'inizio).
Arrivando dalla Val Pusteria, si seguono le indicazioni per la Val Badia fino a Badia e quindi Pedraces.
Dall’arrivo della seggiovia che da Pedraces porta in due tronconi all’Ospizio della Santa Croce (appena sopra la seggiovia) si prosegue a monte della chiesetta seguendo il segnavia n.7, superando un tratto ripido in un rado bosco di pini cembri, fino ad un bivio. Qui si prosegue verso destra, ora con andamento pressochè pianeggiante proseguendo paralleli all’impressionante parete rocciosa che proviene dal Sasso Cavallo. Terminato il tratto con erba e vegetazione, si prosegue nel traverso tra ghiaioni e colate detritiche, in direzione di un evidente canale roccioso. Il sentiero ben segnalato invita quindi con alcune serpentine poco prima del canale, a salire una paretina rocciosa con alcuni arbusti, e successivamente ancora verso destra si punta alle roccette che si trovano a circa metà del canale, dove si incontrano i primi cavi metallici (qui volendo si può indossare l’imbrago e il set da ferrata, anche se si tratta di un sentiero attrezzato, quindi non indispensabile). Si sale per gradoni con passi di I+ e quindi terminato il cavo si traversa su una cengia leggermente esposta, per poi spostarsi sul lato opposto del canale, dove incontriamo un altro tratto di cavi. superatolo si esce ad un caratteristico intaglio su una spalla che si affaccia sul versante nascosto, dove proseguirà il sentiero. Ora si deve salire seguendo la traccia di sentiero tra detriti e placche rocciose insidiose ricoperte da detrito (qui il terreno è abbastanza scosceso, non esposto ma richiede attenzione), per guadagnare l’inizio di una lunghissima cengia ben visibile sopra. Raggiunta la cengia la si percorre con percorso evidente, si cammina sempre ma talvolta il passaggio è abbastanza stretto e al di sopra di canaloni nei quali è meglio non scivolare. La cengia è interrotta in due punti da brevi tratti di sentiero più comodo (punto di riposo). Successivamente si raggiunge un canalone di colore rossastro, dove un nuovo tratto attrezzato, sulla parte sinistra, permette di salire verticalmente con cavo metallico e alcuni gradini, dove la roccia è più solida. Si guadagna una piccola spalla dove si incontra una nuova cengia, più ampia e comoda della precedente, con solo un restringimento dove però incontriamo un cavo. Superata una dorsale, ci si affaccia sul pendio che dà accesso alla Forcella della Croce, qui il terreno diventa più detritico ma meno esposto, si risale il pendio-canalone con tratti di sentiero ed altri facilitati dai cavi metallici, fino a che si perviene alla Forcella della Croce 2625 m, dalla quale si apre il panorama su tutto il gruppo del Sasso della Croce e sull’alto piano con in fondo visibile il Rifugio Lavarella.
Dalla forcella si prosegue verso sinistra, percorrendo il comodo sentiero che sale in direzione nord verso l’evidente cima del Sasso Cavallo. Inizialmente il sentiero è piuttosto dolce e sale per terrazzini di erba e massi, poi in corrispondenza delle pendici del Sasso Cavallo questo diventa più ripido e detritico. Si ignora la deviazione per il Sasso Cavallo (è a portata di mano, si può salire in cima in 15′ tramite il sentiero tra i ghiaioni, nessuna difficoltà), e si continua in traverso ascendente verso destra, con il Sasso delle Dieci di fronte a noi. Si contorna alla base il Sasso Cavallo e si raggiunge un colletto, dal quale il sentiero si sdoppia, è possibile proseguire in cresta senza particolari ostacoli, oppure poco sotto traversando tra roccette e detriti (il sentiero segnato è questo). Poco sopra i due si incontrano e si prosegue senza possibilità di errore a mezza costa, ponendo attenzione ad un paio di punti un po’ franosi e scoscesi, per poi affrontare le ultime faticose rampe che conducono alla base del Sasso delle Dieci, dove ha inizio la via ferrata. E’ qui consigliabile utilizzare il kit da ferrata, che pur essendo breve, è piuttosto esposta.
La ferrata sale subito molto verticalmente sullo spigolo della cresta, superando i primi passaggi di II fino a raggiungere un piccolo terrazzino esposto, dove si deve scavalcare passando sul lato sinistro della cresta stessa con un passaggio un po’ scomodo. Si riprende sul filo di cresta per gradoni, raggiungendo poi una ampia fessura con un curioso masso incastrato, dove il cavo prosegue ma è pressochè superfluo. Si attraversa la fessura passando sul lato opposto, e salendo nuovamente alcuni gradoni si raggiunge il filo della cresta a pochi metri dalla enorme croce di vetta. Da qui si tratta solo più di camminare, seppur la ferrata conduce sino in cima, prima si tocca il punto trigonometrico e pochi metri dopo la vetta 3026 m.
La discesa avviene con lo stesso itinerario di salita.