La gita può essere idealmente divisa in 2 parti: la prima, fino a Pogallo, percorre la spettacolare “strada Sutermeister” con bellissimi scorci sull’orrido scavato dal torrente. E’ forse il sentiero più frequentato della zona e, per questo motivo, presenta numerose protezioni laterali, nonchè un ponte a “L” che facilita il passaggio in punto dove il vecchio sentiero si infilava tra le rocce nel punto di confluenza di un affluente. Giunti a Pogallo (m. 777, grosso nucleo di case un tempo abitate dai boscaioli che fu teatro dell’eccidio di 17 partigiani durante la Resistenza), si scende a destra (indicazioni), si passa il Rio Pogallino su un ponte in muratura e si prosegue brevemente sul sentiero per il bivacco Pian di Boit per deviare a sx (cartelli) su traccia costantemente marcata da evidenti bolli rossi. Si sale per mezzo di alcuni tornanti (a sx bella vista su Pogallo) per poi percorrere una specie di crestina che ci porta ai ruderi dell’Alpe Color m.1103. Si prosegue in un bosco di faggi in traversata verso destra su traccia talvolta un po’ stretta e scivolosa per le foglie fino a un evidente bivio non segnalato verso quota 1300 dove a dx in piano in 5′ si raggiunge l’Alpe Brusà, di cui una delle 2 baite è stata ristrutturata in maniera egregia. Proseguendo verso sx in ripida salita si esce infine su terreno aperto (ultimi metri non segnati benissimo, ma basta salire dritto per dritto seguendo le tracce) e si raggiunge l’Alpe Busarasca, che si vede solamente quando si è a pochi passi in quanto nascosta da un dosso. L’alpeggio, oramai diroccato, è caratterizzato, oltre che da due baite più piccole, da un grande stallone che poteva ospitare numerosi bovini. Il panorama contempla sulla destra le pareti ovest dello Zeda e della Marona, al centro le Torri di Terza e la incombente cima Marsicce e più sinistra l’anfiteatro costituito da Cimone di Cortechiuso, Cima Laurasca e Bocchetta di Campo. La salita, da cartelli CAI, è data per 4 ore (1h 30’+ 2h 30′). Ritorno per il percorso dell’andata.