Arrivati al bivio posteggiare l'auto.
Iniziare salendo lungo la strada asfaltata in ripida salita, mantenendo sempre la strada principale e superando in ordine le seguenti Borgate: Ciampetti, Garde inf. e sup., Menusani, subito dopo questa borgata, finalmente la strada torna pianeggiante ed a una curva verso sx inizia sulla dx la mulattiera, indicata con cartelli in legno, poco prima della Borgata Timonsella.
Possibilità di fare scorta di acqua presso una fontana posta a circa 20 mt. dal bivio con la mulattiera (circa 30 minuti di cammino).
Iniziare a salire lungo la bellissima mulattiera ottimamente conservata, lungo la quale è possibile ammirare i perfetti muri a secco ed alcune “miande” abbandonate, antico retaggio di attività agricole tipiche della zona.
Non abbandonare mai la mulattiera fino a quando questa sbuca su una strada forestale, a questo punto prendere verso sx e dopo circa 50 mt. sulla dx si incontra un sentiero evidente che sale con alcuni tornanti per arrivare così ad un gruppo di case (dopo circa 1 ora e 40 di cammino dalle auto) dove si trova un lavatoio e si può godere di uno splendido panorama sulla conca di Pramollo e sulle sue montagna con il Gran Truc che svetta su tutte.
Dopo una pausa esistono diverse possibilità, o tornare sui propri passi, o proseguire fino alla borgata Ribetti e di qua prendere un bel sentiero sulla dx che in poco meno di 20 minuti ci porterà a Poggio Pini, dove è possibile ammirare di una vista sulla bassa Val Chisone (sulla sx Villar Perosa e Pinasca mentre sulla dx San Germano Chisone e la pianura pinerolese).
Ritorno seguendo lo stesso itinerario di salita.
Giunti nelle valli Germanasca, Chisone e Pellice, a partire dal XIII secolo i Valdesi vi trovarono rifugio. La loro storia è costellata di molte guerre e di persecuzioni che si protrassero per parecchi secoli. San Germano a partire dal XVI secolo ha sempre avuto una consistente presenza valdese, uno dei suoi primi pastori fu arso vivo nell'abbazia per non avere abiurato la sua fede.
Poiché la val Perosa durante le guerre di religione dei secoli XVI e XVII era una terra di passaggio per le armate del re di Francia e del duca di Savoia che si contendevano le due sponde del Chisone, San Germano divenne il quartier generale delle truppe regie che si preparavano a sferrare i loro attacchi alla val San Martino (val Germanasca), e il vallone di Pramollo, a causa della conformazione del suo territorio, divenne rifugio per i Valdesi costretti a sfuggire al nemico. valdesi falò.
Dopo l'Emancipazione dei Valdesi, concessa nel 1848 dal re Carlo Alberto avvenuta il 16 febbraio del 1848, che ha restituito loro i diritti civili e politici, San Germano ha seguito di riflesso gli avvenimenti che si sono susseguiti nella storia nazionale.
Ogni anno, in memoria di tale data, i sangermanesi valdesi e le donne nel costume tradizionale animano per le strade del paese un corteo che giunge al tempio per la funzione religiosa. La sera prima, il 16 febbraio, le Valli Valdesi vengono illuminate da numerosi falò, accesi secondo la tradizione per gioire della libertà ritrovata.
(informazioni prese dal sito ufficiale del Comune di San Germano Chisone).