In ogni caso, non si tratta di vie nuove, perché abbiamo trovato alcuni vecchi chiodi molto ben messi.
A parte questo, però, occorre considerare che il sito era completamente abbandonato (volevamo aprire una via nuova) forse anche a causa della qualità non è eccelsa della roccia (a tratti friabile e gessosa). Si raccomanda quindi massima attenzione nel verificare sempre tutto ciò che si tira…
In particolare, occorre raggiungere la radice dello spigolo di roccia che separata il versante Sud della rupe, caratterizzato da un’erosione di roccia rossa (che ben si scorge dal fondovalle quando si sale verso Cà d’Alice e le falesie di Bric Grigio) dalla sua più ampia parete Ovest, cinta in basso da un’ampia terrazza boscosa (che meglio si scorge, invece, dal casello della stazione di Orco Feglino o dalle falesie di Bric del Frate).
Dopo aver preso un po’ di quota nel bosco, s’inizia quindi a traversare per tracce in direzione opposta al sentiero, ben al di sotto di un primo affioramento di roccia. Raggiunto un secondo affioramento, si può scendere all’estremità della fascia di rocce sottostanti alla terrazza boscosa (dove lo spigolo è meno definito e forma il bel diedro della L1) oppure risalire per vago canale (ometto) lasciando a dx un grottino con simpatica “sala da pranzo”, per andare a intercettare una cengetta che consente di accedere all’estremità della terrazza boscosa (dove invece lo spigolo è ben evidente e forma l’ostica prua della L2)
Il primo tiro supera la fascia di roccia sottostante la terrazza alberata, alla sua estremità dx, dove lo spigolo di roccia (che qui è ben poco definito) forma un bel diedro. Successivamente, la via percorre la parte più aerea dello spigolo, mantenendosi sul suo filo (L2). Al termine dello spigolo, sulle rocce che si affacciano sulla parete Ovest, è stata attrezzata una calata di 30m. scarsi (1 spit collegato ad un alberello) che deposita sulla terrazza boscosa pochi metri a destra di una profonda fessura obliqua, dove si prosegue attaccando la via “Gabi” (L3 e L4).
L1 (25m.)
Si attacca la placca a sx del diedro, per poi puntare alla fessura sul suo fondo (V; 2 ch.). La fessura di fondo si segue aggirando a sx un paio di alberelli che la ostruiscono, fino a quando si apre a formare un canalino terroso, che si supera con ampie spaccate (IV+ e IV; 1 ch. e 3 cordini su alberelli e clessidra; sosta all’uscita del canalino, proprio sotto lo spigolo, sulla corda fissa posizionata per accedere alla terrazza alberata, attrezzata collegando 1 ch. e 2 spit).
L2 (35m.)
Si attacca lo spigolo salendo la placca poco a sx del suo filo, e lo si percorre con difficoltà crescenti, fino a ristabilirsi sotto una caratteristica prua di roccia spaccata al centro (dal II al V; 2 ch.). La prua di roccia si supera con passo atletico, afferrando le rocce a dx della spaccatura – dove il passaggio è stato chiodato – perché di aspetto meno precario (V+; 2 ch.). Si prosegue quindi per facili blocchi fino ad una spalletta, dove è stata attrezzata una sosta facoltativa per spezzare il tiro, in caso di eccessivo attrito (II; 1 ch. collegato a 1 spit). Diversamente, si riprende a salire lo spigolo restando a sx del filo, a giusta distanza da alcuni blocchi staccati, fino al termine dello stesso (IV e III; possibile friend + alberello in uscita; sosta su spit e alberello, con maillon di calata).
L3 (30m.)
Terminata la calata e recuperata la corda, si attacca l’ostica fessura obliqua – all’inizio superficiale ma poi sempre più profonda e svasa – che incide un primo muro di rocce strapiombanti (dal IV al VI/A0; 7 ch. e 1 cordino su clessidra in uscita). Al termine della fessura, ci si ristabilisce su rocce più abbattute ma piuttosto sporche e arboree, puntando alla base di una seconda fessura obliqua, posta a sx di una nicchia rossatra (III e J1 della scala “jungle”; sosta in prossimità della nicchia, su 1 ch. collegato a 1 spit con maillon di calata).
L4 (30m.)
Si segue la fessura, inizialmente un po’ sporca e fuori misura, poggiando sulle rocce a sx della stessa (IV+; 2 ch.). Al termine, aggirata una pianta, è possibile attrezzare una sosta facoltativa per spezzare il tiro, in caso di eccessivo attrito (enorme clessidra con cordone e maillon). Diversamente, si prosegue in obliquo verso sx, per ristabilirsi su un aereo e panoramico terrazzino, sotto un ultimo muro di bellissima roccia (III; 1 ch.). L’ultimo muro si vince sempre in obliquo, ritornando però verso dx, per raggiungere la sommità di una spalletta, poco sotto il punto più alto della parete (IV+; 1 clessidra con cordino + possibilità di buoni nuts; sosta su 1 ch. collegato a 1 spit con maillon di calata).