La Rocca dei Faggi, infatti, si protende sul sottostante Rio della Gava, dall’ombroso versante settentrionale dei monti Tardia; l’intero promontorio si articola in un bastione occidentale più lungo e articolato (dove corre anche la via “Andrea e Paolo”) e in un bastione orientale più tozzo e raccolto (dove è stata già aperta la via della "Sentinella”: v. it. n. 68921).
Nel punto dove il bastione occidentale si avvicina maggiormente al torrente (formando una bella strettoia con un rilievo roccioso sull’opposto versante, che tende un po’ a nascondere il paese di Sambuco) si stacca uno squadrato avancorpo, con sembianze di un’ardita e turrita fortezza.
La via, superata una prima fascia di rocce, si trasferisce alla radice dello spigolo più alto della struttura, superandolo poi proprio nella sua parte più aerea ed esposta. Si raggiungono così i superiori spalti della “fortezza”, che si percorrono traversando verso una caratteristica punta, a forma di slanciata torretta.
Attrezzatura mista (con fix alternati a chiodi artigianali e protezioni naturali) che lascia spazio a protezioni veloci.
Al bivio subito dopo il ponte, si svolta ancora a sx (abbandonando così la strada che condurrebbe al paese di Sambuco) proseguendo fino ad un secco tornante, in coincidenza di un gruppo di case a poca distanza dai cavalcavia dell’autostrada (case Brusinetti). Si continua quindi sulla strada asfaltata (che qui ritorna verso monte) tagliando i ripidi versanti sulla riva dx orografica del rio della Gava, fino ad uno spiazzo con box e parcheggi per soli residenti, che chiude la strada in corrispondenza di un antico ponte di pietra (posteggiare prima, a margine della strada).
Dallo spiazzo, s’inizia quindi a risalire a piedi sempre sullo stesso versante, oltre un piccolo cancello di legno, seguendo un sentiero marcato con bolli rossi. Dopo aver guadato un affluente, si continua in dolce salita, fino a scorgere la Rocca dei Faggi, alle prime pendici del suo bastione più orientale.
Successivamente il sentiero raggiunge il letto del Rio della Gava, in coincidenza di una captazione con tubo bianco, al di sotto di una piccola cascata (15min. circa dal ponte di pietra). Rimontate le roccette a lato della cascatella, s’ignora il bivio che condurrebbe al bivacco e alla via della "Sentinella” (v. it. n. 68921) e si prosegue sul sentiero verso il più articolato bastione occidentale, prendendo quota sul torrente. In 10 min. scarsi dal bivio, si giunge così a lambire una prima fascia di rocce (quota 340m.; ometto e targhetta con il nome della via, collocata su una più bassa costola di roccia).
Tiro 1 – 30/40m
Individuata una profonda spaccatura verticale che incide la parte più compatta del muro, la si raggiunge aggirando un’isolata costola di roccia verso dx, oppure arrampicandola al centro, per un bel diedrino (eventuali primi 10m.; III; sosta su alberello a sx della spaccatura).
In ogni caso, il tiro si sviluppa lungo tutta la spaccatura, con arrampicata sostenuta, interrotta a metà da un frontone più aggettante, che si supera in spaccata (V con passo V+; 2 ch. e 2 fix; possibilità di nut medio-grande proprio sotto il frontone); si prosegue quindi per rocce via via più articolate e abbattute, fino alla sommità della prima fascia di rocce (IV e III; 1 fix; sosta su 2 fix con cordino e anello di calata).
Tiro 2 – 25m (+ 60m. di trasferimento in conserva)
All’uscita del primo tiro, occorre risalire in conserva una rampa di roccia obliqua verso dx (II) che consente di scavalcare una spalletta erbosa, e scendere poi alla base di un più marcato zoccolo di roccia, che sostiene una seconda spalletta, alla radice dello spigolo della “fortezza”. Si sosta quindi nel punto più basso dello zoccolo, dove questo si protende a formare un compatto pulpito, che si vince con arrampicata breve ma intensa (V con passo V+ in uscita; 2 fix.; eventuale friend medio-piccolo per proteggere il primo passaggio). In uscita, si percorre l’infida spalletta erbosa (cordino su alberello) fino ad afferrare una placca un po’ aggettante ma molto lavorata, al termine della quale si attrezzata la sosta (passo IV+ poi III; 1 ch.; sosta su 1 fix con anello di calata, oppure alberi poco sotto).
Tiro 3 – 25m
Si risale per balze di roccia ancora ben articolate, per ristabilirsi poi con passo molto “secco” sopra una cornice di roccia, che consente di raggiungere più facilmente l’evidente spigolo, traversando verso dx (III con passo IV+; varie possibilità di protezioni veloci; 2 ch. sopra la cornice di roccia, che conviene allungare prima di iniziare il traverso). Guadagnato lo spigolo (che qui è ben affilato e decolla nettamente) lo si afferra stando a dx del filo, con arrampicata delicata su roccia molto compatta, fino a prendere una fessura obliqua, che taglia sulla placca verso la sommità di un diedro, dove è stata attrezzata la sosta (V; 2 ch. e 1 fix; sosta su 2 fix con cordino e anello di calata).
Tiro 4 – 20m
Guadagnato il terrazzino erboso sopra la sosta, si riparte in verticale, prima all’interno di un canalino a sx del filo (III+; 1 ch. alla base) poi vincendo due più aerei e atletici pilastrini, per muri aggettanti ma ben appigliati, che affacciano sull’opposto versante (passi IV+; 2 fix e 1 ch. in uscita). Si raggiunge così la sommità dello spigolo sul filo dello stesso, con vista che spazia anche a valle, e sui più alti spalti della “fortezza” (sosta su 2 fix con cordino e anello di calata).
Tiro 5 – 45/60m
Con facile traversata sui blocchi di cresta, si raggiunge un colletto alla base dell’ultimo castello di rocce; qui si riprende un articolato spigoletto, uscendo su bella terrazza erbosa (III; possibilità di protezioni veloci). Aggirato un blocco con alberello (cordino per eventuale sosta intermedia) si punta all’evidente intaglio, superando direttamente il sottostante muretto, per mezzo di un’atletica fessurina (passo IV+; possibilità di nut medio-piccolo). Dall’intaglio si raggiunge quindi la sommità di una prima punta che affaccia nel vuoto, per bella placca lavorata (III; sosta su 1 fix con anello di calata, oppure spuntone poco sopra).
Oltre gli erbosi spalti sommitali, una seconda e più caratteristica punta a forma di slanciata torretta, offre un’ultima breve (ma molto aerea) arrampicata (eventuali 15m. che conviene fare alla moulinette; II passo III+; 1 ch.; sosta su 2 fix con cavetto e anello di calata).
Discesa
In corda doppia sulle soste della via, fino alla radice dello spigolo (dove inizia la L2). Di qui al sentiero, per tracce che aggirano a monte la prima fascia di rocce.
In alternativa, per aeree cenge in parte attrezzate dagli apritori, verso il bastione orientale, fino all’attacco della via della “Sentinella”.
In questo secondo caso, occorre affacciarsi sui vertiginosi spalti sottostanti la torretta, fino a prendere una corda fissa con fix e manicotto rosso, che conduce ad una specie di “passaggio segreto”, all’estremità superiore di un’aerea cengia. Dopo poco, si segue un cavetto metallico, che si interrompe in coincidenza di un caratteristico “passo del gatto”; il cavetto riprende poi in traverso, su pendio erboso che costeggia un’imponente bancata di roccia. Terminato il cavetto, si continua costeggiando la bancata (ometti) fino a quando s’individua una linea di corde fisse su alberelli, che indicano i punti dove è più conveniente scendere. Si raggiunge così un isolato pilastrino di roccia, che si deve aggirare a metà altezza, con l’aiuto di un’ulteriore corda fissa con fix e manicotto rosso. Aggirato lo spigolo del pilastrino, si scende infine una rampa ingombro di blocchi, al termine della quale si traversa un ultimo pendio erboso (ometti) in direzione della prima spalla del bastione orientale, che poi si costeggia fino all’attacco della via della “Sentinella”, e successivo sentiero di discesa.