La cresta è costituita dal quattro elevazioni: picco meridionale, torrione Maria, picco centrale e picco settentrionale, punto culminante (2771m).
Materiale necessario: friend (volendo uno grosso per il primo tratto del torrione Maria), set di nut, cordini e fettucce, corda da 60m, eventuali chiodi porta fortuna e martello.
Le soste di calata sono state attrezzate con cordoni e maillon su massi e clessidre in data 5/10/2018.
Dal colle salire la cresta S della Punta del Seone, con percorso libero (molti passaggi impegnativi possono essere evitati sul lato Ovest). Passaggi di II (F). Dalla Punta del Seone proseguire in piano, toccare l'anticima N e quindi scendere brevemente fino a raggiungere il colletto a S del Picco Meridionale del Seone da dove inizia la traversata.
Dall’intaglio tra la Punta del Seone e Picco Meridionale tenersi preferibilmente sul lato E e attraverso facili placche e diedri (max II) raggiungere il primo picco della traversata (ometto). Proseguire brevemente lungo la cresta e quindi piegare decisamente sul lato E fino a raggiungere il colletto con il curioso torrione Maria (ben riconoscibile grazie a due prominenti becchi di roccia rivolti a N).
Aggirare il torrione lungo la gengiva ad E fino ad un ripiano erboso sul suo versante NE, alla base di un’evidente fessura. Risalirla per bella roccia molto lichenata fino ad un terrazzino (ch. mal sicuro in posto), quindi piegare leggermente a dx su placca, salire sul “becco” più basso e quindi per placca verticale raggiungere la cima del torrione Maria (IV-, 18m, sosta su cordone blu con anello di calata).
Dalla cima con una doppia di 30m si raggiunge la base del torrione: non fermarsi al ripiano erboso di partenza ma scendere fino al terrazzo sottostante, da dove in pochi minuti di facili placche e saltini si raggiunge la cima del Picco Centrale. Proseguire lungo la cresta N e scendere brevemente in una specie di canale camino, dove un cordone bianco doppiato intorno ad un masso consente una calata di 15m che deposita su un terrazzo erboso. Proseguire molto brevemente sulla dx alla base di un enorme masso appoggiato alla parete da dove una seconda sosta di calata (cordone rosso con maillon) di 15m deposita in un canale erboso sul versante E.
Risalire a sx per grossi blocchi al colletto del Picco Settentrionale. Scendere per un paio di metri sul versante opposto (Ovest) del colletto sfruttando una cengia orizzontale e salire quindi un diedro-camino appoggiato di ottima roccia (III) fino ad un terrazzo erboso. Risalire sulla dx una breve ma ripida placca (3m, III+ improteggibile) di un ciclopico masso e attraverso una fenditura tra esso e un gendarme guadagnare un terrazzo erboso. Proseguire quasi in piano attraversando un colletto (roccia mal sicura, presente un cordone su masso). Risalire in direzione di un camino di grossi massi e di lì risalire l’ombroso camino (III+/IV-) o, poco prima di questo, salire a sx più elegantemente sul filo di spigolo (II+).
In entrambi i modi si raggiunge una stretta forcella, che si attraversa con un salto o sfruttando un grosso masso incastrato. Proseguire brevemente in piano (cordone bianco su masso) e raggiungere una seconda forcella, costituente il famoso passo del “lancio di corda”. Per assicurare il primo di cordata nell’esposto attraversamento è consigliabile lanciare la corda oltre il salto, agganciandola ad un blocco, e utilizzarla come assicurazione (un po’ come se si scalasse in moulinette): passo molto particolare e d’antan, uscita di aderenza (IV- molto breve). In breve raggiungere la cima a grossi blocchi del Picco Settentrionale (ometto).
Proseguire sulla cresta nord fino a dove questa scende con un salto verticale, reperire quindi un cordone con anello e calarsi prima ad un terrazzo sul lato Ovest e quindi lungo uno spettacolare strapiombo fino ad un ampio terrazzo roccioso alla base sello spigolo (30m, attenzione a non pendolare eccessivamente verso SO). Dal terrazzo una seconda calata di 25m (cordone con maillon) sul fiano Ovest porta al pendio di grossi blocchi alla base del Picco Nord.
Di lì scendere in direzione del Lago di Unghiasse facendo attenzione ad individuare la cengia discendente che taglia la bastionata di roccia sopra al lago (cercare di passare a sx dell’enorme blocco squadrato ben visibile nella pietraia, ometto a fine cengia). Dal Lago con percorso a ritroso fatto all’andata si torna ad Alboni.
Prima traversata in senso S-N: E. Andreis, P. Falchetti, E. Pons novembre 1948
Prima salita del Torrione Maria: U. Crovella e P. Falchetti ottobre 1948
- Bibliografia:
- Guida CAI-Ti Alpi Graie Meridionali (G. Berutto & L. Fornelli) - Valli di Lanzo e Moncenisio (G. Berutto)