Note
Storico
La via si svolge sul versante più solatio di un articolato promontorio di rocce che, affiorando sotto alla strada del Faiallo, dominano dall’alto le gole formate dal torrente Orba a monte dell’abitato di Vara Superiore (c.d. Rocche dei Canaloni).
La struttura è caratterizzata da uno squadrato dente di roccia ben piantato sopra una specie di gengiva, al di sotto di due più evidenti e panoramici bastioni. La via supera la gengiva e raggiunge la sommità del dente attraverso un bel sistema di diedri. Dopo una breve corda doppia, si riparte per vincere i soprastanti bastioni, in corrispondenza di due muri un po' aggettanti ma ben fessurati. Seguendo il filo della facile cresta conclusiva, si ritorna quindi a pochi passi dalla strada.
Tutti i tiri sono stati aperti dal basso con protezioni tradizionali, più un paio di spit-roc autoperforanti per rinforzare le soste in uscita ai due tiri chiave (cima del dente e successivo muro fessurato).
Avvicinamento
La struttura è caratterizzata da uno squadrato dente di roccia ben piantato sopra una specie di gengiva, al di sotto di due più evidenti e panoramici bastioni. La via supera la gengiva e raggiunge la sommità del dente attraverso un bel sistema di diedri. Dopo una breve corda doppia, si riparte per vincere i soprastanti bastioni, in corrispondenza di due muri un po' aggettanti ma ben fessurati. Seguendo il filo della facile cresta conclusiva, si ritorna quindi a pochi passi dalla strada.
Tutti i tiri sono stati aperti dal basso con protezioni tradizionali, più un paio di spit-roc autoperforanti per rinforzare le soste in uscita ai due tiri chiave (cima del dente e successivo muro fessurato).
Raggiunto il passo del Turchino, s’imbocca la panoramica strada che conduce oltre il passo del Faiallo, in direzione dell’abitato di Vara Superiore, fino al bivio per Pian Manfrei (breve strada che conduce ad un piccolo e piuttosto contestato sacrario: 30 min. circa dal casello autostradale di Masone).
Da qui si prosegue quanto basta per superare una più secca curva, e posteggiare ai bordi della strada, in prossimità di una ringhiera che affaccia verso valle, sopra un canale purtroppo abbastanza evidente, perché già utilizzato anche per scaricare rifiuti.
Al termine della ringhiera, si entra nel bosco di roverelle e faggi, avendo già in vista la parte alta della cresta di rocce, dove esce la via; evitando allora di scendere nel canale al di sotto della ringhiera, si scende all’interno di quello più in ombra (inizialmente meno ripido ed evidente) che costeggia la cresta verso dx (faccia a valle).
Per vaghe tracce, si scende così fino ad un’insellatura (primo ometto) dove il canale (ora ben evidente e piuttosto ripido) si biforca; si attraversata allora la selletta, per scendere nel ramo di sx, e continuare a costeggiare il principale corpo di roccia.
Si raggiunge così la radice di un più basso pilastrino (secondo ometto) oltre il quale si guadagna un’ampia piazzola circolare sostenuta da un muretto a secco, alla maniera delle antiche carbonaie (10 minuti circa di cammino dalla strada).
La via attacca sotto un diedrino di rocce nerastre sormontato da un caminetto strapiombante, a fianco di 3 grandi e slanciate roverelle (chiodo con anello di cordino bene in vista).
Descrizione
Da qui si prosegue quanto basta per superare una più secca curva, e posteggiare ai bordi della strada, in prossimità di una ringhiera che affaccia verso valle, sopra un canale purtroppo abbastanza evidente, perché già utilizzato anche per scaricare rifiuti.
Al termine della ringhiera, si entra nel bosco di roverelle e faggi, avendo già in vista la parte alta della cresta di rocce, dove esce la via; evitando allora di scendere nel canale al di sotto della ringhiera, si scende all’interno di quello più in ombra (inizialmente meno ripido ed evidente) che costeggia la cresta verso dx (faccia a valle).
Per vaghe tracce, si scende così fino ad un’insellatura (primo ometto) dove il canale (ora ben evidente e piuttosto ripido) si biforca; si attraversata allora la selletta, per scendere nel ramo di sx, e continuare a costeggiare il principale corpo di roccia.
Si raggiunge così la radice di un più basso pilastrino (secondo ometto) oltre il quale si guadagna un’ampia piazzola circolare sostenuta da un muretto a secco, alla maniera delle antiche carbonaie (10 minuti circa di cammino dalla strada).
La via attacca sotto un diedrino di rocce nerastre sormontato da un caminetto strapiombante, a fianco di 3 grandi e slanciate roverelle (chiodo con anello di cordino bene in vista).
- L1 – 20m : Vinto uno zoccolo di rocce nerastre per mezzo di un primo diedrino, ci si ristabilisce alla radice di uno stretto e strapiombante camino; affrontando una delicata placca in traverso verso sx, si evita quindi il camino, per puntare alla base di un secondo diedro di roccia più compatta e asciutta (IV e IV+; 3 ch.).
Vinto il secondo diedro, si prosegue su rampa un po’ erbosa, al termine della quale si esce verso dx, guadagnando così la sommità del pilastrino, all’estremità di un’ampia cengia erbosa (V poi III; 1 ch. in uscita al diedro e possibilità di buoni nuts alla partenza; sosta su albero con cordone). - L2 – 20m : Con breve trasferimento verso dx, si guadagna un punto di relativa debolezza, che consente di superare una prima fascia di roccia piuttosto aggettante, con pochi ma piuttosto atletici movimenti (V poi III; 1 ch.). Dopo essersi ristabiliti su terrazzino un più spiovente (eventuale rinvio su alberello) si aggira un secondo muro verso sx, all’interno di un diedro-canale. Si raggiunge così la panoramica sommità di una specie di gengiva, in vista di un nettissimo diedro che, come per magia, si apre proprio alla base di un massiccio dente di roccia (IV poi II; diedro canale da proteggere con nuts e/o friends di media misura; sosta alla base del diedro su 2 ch. collegati da cordone).
- L3 – 10m : Il diedro si supera sfruttando l’ampia e profonda fessura sul suo fondo, per poi uscire verso dx, dove forma un comodo terrazzino con alberelli (V; 1 ch. e possibilità di ottimi friends di grossa misura). Da qui si prosegue con un passo un po’ violento di ristabilimento, per guadagnare un secondo terrazzino alla base a un successivo diedro, oltre lo spigolo più occidentale della struttura (IV+; 1 ch.; sosta su 2 ch. collegati da cordone).
- L4 – 15m : Il diedro si sale con arrampicata da subito sostenuta, fin sotto una specie di barbacane, posto a difesa di una evidente spaccatura diagonale, che poi conduce sulla caratteristica (e leggermente concava) sommità del dente (V+ con probabile passo 6a; 2 ch. e possibilità di ottimi friends di media e grande misura, anche per proteggere e/o azzerare il passaggio del barbacane; sosta su 1 spit-roc e 1 ch. con cordone e maillon di calata).
- L5 – 15m : Raggiunta un’ampia forcella a monte del dente (breve corda doppia di 10m. scarsi) si punta direttamente alla base di una netta fessura, salendo all’interno di un breve diedro-camino (IV; possibilità di buoni nuts).
La fessura – una specie di sciabolata al centro di un muro di roccia molto compatto e leggermente aggettante – consente quindi di raggiungere la sommità di un primo bastione, con arrampicata elegante e sostenuta (2 ch. e possibilità di ottime friends medio-grandi; V+ con probabile passo di 6a; in apertura il muro è stato superato in A1, e cioè con varie protezioni veloci e chiodi di progressione; sosta su aereo pulpito, su 1 spit-roc rinforzato con un cordone incastrato). - L6 – 20m : Un’ampia cengia circolare fa da base ad un secondo e più definito bastione; la si percorre per poche decine di metri verso dx, per scovare anche qui un bel muro fessurato, subito dopo una specie di ampia abside.
La radice della fessura si raggiunge con un primo passo un po’ esplosivo, per ristabilirsi su breve rampa di roccia (passo di V poi IV; 1 ch. piuttosto in alto, da raggiungere posizionando buoni friends di media misura). La fessura è ben articolata ma, anche qui, piuttosto aggettante e sostenuta (V+; 2 ch. e varie opportunità per nuts e frinds di media misura). Inoltre, dopo questa prima parte di forza, si esce su placche più abbattute ma molto delicate ed esposte, che non consentono distrazioni (IV+; 2 ch.; sosta alla sommità del bastione con 2 ch. collegati da cordone). - L7 – 25m : Danzando fra blocchi di roccia ben scolpita, si segue quindi il filo della bella cresta dentellata, che riporta infine sul pendio boscoso, a poche decine di metri dalla strada asfaltata (II e II+; con possibilità di progressione in conserva protetta).
Via di carattere alpinistico, aperta nel mese di febbraio del 2020 da Enrico Ferraro e Stefano Rellini
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