Accesso automobilistico: Da Santa Caterina Valfurva proseguire per circa 5 km sino all'Albergo dei Forni (2172 m), dove si parcheggia l'auto nel parcheggio inferiore.
Dal parcheggio inferiore (2140 m ca.) seguire la strada sterrata e portarsi in direzione dello sbarramento artificiale del’AEM, poco prima di questo deviare alla propria sinistra e raggiungere la strada sterrata per il Rifugio Branca.
Seguire in piano la carrareccia e superare il ponte sul torrente Cedéc (2216 m), la strada ora inizia a salire e si oltrepassa sulla propria sinistra il bivio per la sovrastante Malga dei Forni.
Ora la strada si fa più ripida e con qualche tornante ed un ultimo traverso si arriva al Rifugio Branca (2493 m).
In caso di innevamento abbondante e di conseguente impercorribilità del normale itinerario di accesso al Rifugio Branca è consigliabile seguire l’accesso invernale al rifugio. Per questo approccio, dal parcheggio inferiore portarsi in direzione dello sbarramento artificiale del’AEM e poco prima di raggiungerlo attraversare il torrente portandosi sulla riva destra (orog.) della valle. Mantenendosi sul fondovalle puntare verso la fronte del Ghiacciaio dei Forni e giunti in vista del rifugio risalire il ripido pendio della morena storica del ghiacciaio e raggiungere così il Rifugio Branca.
Dal Rifugio Branca ci si inoltra nella bella Val di Rosole con percorso facile ed intuitivo, mantenendosi di preferenza alla destra dell’evidente morena che si erge al centro della valle.
Giunti a circa 2900 m ci si ritrova in una vasta zona semipianeggiante proprio dinanzi alla fronte della Vedretta di Rosole.
Risalire sul ghiacciaio, qui scarsamente inclinato e mantenendosi a ridosso del versante meridionale del Monte Pasquale portarsi alla base del ripido pendio che permette di accedere al Colle del Pasquale (3423 m).
Risalire il pendio (30°/35°, attenzione!) con percorso opportuno e numerose conversioni e giunti nei pressi del colle superare un ultimo breve tratto più ripido (40°) eventualmente a piedi.
Lasciatasi alle spalle la nevosa insellatura del colle si compie un breve traverso su roccette e detrito portandosi sul versante di Val di Rosole (attenzione!) e ci si immette in una fenditura tra le rocce che permette di aggirare un tozzo gendarme roccioso, superato il quale la cresta diventa nuovamente nevosa.
Calzati nuovamente gli sci si risale il largo dosso nevoso sino alla base della ripida gobba ghiacciata a circa 3600 m di quota.
Riposti gli sci sullo zaino salire il pendio sovrastante (40° max, ghiaccio spesso affiorante) e prestando attenzione alle grandi cornici che si sviluppano verso S portarsi a ridosso delle rocce dell’edificio sommitale e con arrampicata mista raggiungere la cima del Monte Cevedale (3769 m).
Dalla vetta del Monte Cevedale le discese sono innumerevoli, riporto qui quella probabilmente più remunerativa. Dalla vetta una volta calzati gli sci abbassarsi in direzione N seguendo l’itinerario verso il Rifugio Casati.
Dopo una prima ripida parte (neve spesso ghiacciata e ventata all’inizio) si giunge a circa 3550 m di quota sul vasto pianoro glaciale, da qui abbandonare la via verso la Casati e deviare decisamente alla propria sinistra portandosi sulla Vedretta di Cedéc. Scendere gli stupendi pendii della Vedretta di Cedéc, scegliendo di volta in volta il percorso più opportuno e prestando attenzione ai numerosi crepacci.
Giunti a circa 3100 m di quota portarsi verso il margine orientale del ghiacciaio a ridosso del pendio sottostante il Rifugio Casati e scendere in direzione del Rifugio Pizzini (2734 m) che si raggiunge superando un paio di brevi falsipiani.
Dal rifugio scendere lungo l’ampio fondovalle della Val di Cedéc per poi portarsi a ridosso dei fianchi settentrionali del Monte Pasquale dove con un lungo traverso si raggiunge la Malga dei Forni da cui si rientra in breve ai Forni.