Note
Storico
Via eccelsa per bellezza dei tiri e della roccia, ambiente selvaggio e mozzafiato nel cuore degli Ecrins, si è circondati dalle cime dell'Ailefroide, dal Pic sans Nom e dal Coup de Sabre.
La roccia è un granito a grana grossa che assomiglia moltissimo per forme e compattezza a quello della val Masino. Sgrana leggermente al tatto ma è estremamente solido e gripposo.
La via è di stampo sportivo (una delle prime che ha visto l'utilizzo degli spit in apertura nella zona), ma mantiene comunque un ingaggio alpinistico per la remotezza della parete, l'itinerario da cercare e soprattutto la necessità di integrare molto sui tiri. L'obbligatorio si aggira sul 6b. Menzione a parte va fatta per il tiro chiave, prevalentemente in fessura ad incastro larga, dove se non si ha un minimo di dimestichezza con lo stile si rischia di non riuscire a passare (per farla completamente in artificiale considerare di avere doppie le misure 2,3 e 4) Le soste sono tutte a spit e anche diversi passaggi improteggibili hanno chiodi o fix. Si svolge prevalentemente su fessure di rara bellezza e placche.
12 o 13 tiri a seconda di come si utilizzano alcune soste intermedie nella parte mediana, le relazioni di camptocamp e di Cambon differiscono lievemente.
Una serie di friends completa dallo 0.2 al 3 doppiando eventualmente dallo 0.75 al 3. Nuts e 4 utili ma non indispensabili.
Da relazione di Cambon i gradi sono 7a max (una sezione breve, passabile in A1 o azzerabile se presente cordino), 6a+ obbligatorio.
Avvicinamento
La roccia è un granito a grana grossa che assomiglia moltissimo per forme e compattezza a quello della val Masino. Sgrana leggermente al tatto ma è estremamente solido e gripposo.
La via è di stampo sportivo (una delle prime che ha visto l'utilizzo degli spit in apertura nella zona), ma mantiene comunque un ingaggio alpinistico per la remotezza della parete, l'itinerario da cercare e soprattutto la necessità di integrare molto sui tiri. L'obbligatorio si aggira sul 6b. Menzione a parte va fatta per il tiro chiave, prevalentemente in fessura ad incastro larga, dove se non si ha un minimo di dimestichezza con lo stile si rischia di non riuscire a passare (per farla completamente in artificiale considerare di avere doppie le misure 2,3 e 4) Le soste sono tutte a spit e anche diversi passaggi improteggibili hanno chiodi o fix. Si svolge prevalentemente su fessure di rara bellezza e placche.
12 o 13 tiri a seconda di come si utilizzano alcune soste intermedie nella parte mediana, le relazioni di camptocamp e di Cambon differiscono lievemente.
Una serie di friends completa dallo 0.2 al 3 doppiando eventualmente dallo 0.75 al 3. Nuts e 4 utili ma non indispensabili.
Da relazione di Cambon i gradi sono 7a max (una sezione breve, passabile in A1 o azzerabile se presente cordino), 6a+ obbligatorio.
Da Ailefroide, lasciando l'auto nel parcheggio di fianco al campeggio, si arriva in due ore abbondanti al refuge du Selé, sempre su bel sentiero che sale bene (tranne l'ultimo tratto più dritto per salire la barra rocciosa
che sbarra il fondovalle). 1000 mt.
Dal rifugio si prende la traccia a mezzacosta che conduce dapprima all'ancien refuge e poi risale al ghiacciaio del pic du coup de sabre, sul quale si affaccia la parete dell'aguille du Sialouze. Il ghiacciaio si attraversa bene passando su morene e tracce rocciose abbastanza pianeggianti, occorre poi superare un ultimo zoccolo placcoso per accedere alla base della parete, se asciutto non difficile; presenti diversi canalini appoggiati dai quali si può poi anche scendere. In presenza di neve all'attacco possono essere utili i ramponi, informarsi prima chiamando al rifugio. Un paio d'ore scarse e 600 mt circa di dislivello.
Descrizione
che sbarra il fondovalle). 1000 mt.
Dal rifugio si prende la traccia a mezzacosta che conduce dapprima all'ancien refuge e poi risale al ghiacciaio del pic du coup de sabre, sul quale si affaccia la parete dell'aguille du Sialouze. Il ghiacciaio si attraversa bene passando su morene e tracce rocciose abbastanza pianeggianti, occorre poi superare un ultimo zoccolo placcoso per accedere alla base della parete, se asciutto non difficile; presenti diversi canalini appoggiati dai quali si può poi anche scendere. In presenza di neve all'attacco possono essere utili i ramponi, informarsi prima chiamando al rifugio. Un paio d'ore scarse e 600 mt circa di dislivello.
- 1° tiro: reperire attacco sulla sinistra di Ventre a terre, ricercando una sosta su due spit a 6 mt da terra sopra un pulpito accennato. Si individua anche grazie alla presenza di uno spit un metro sotto di essa (con cordino) e di un altro spit un paio di metri al di sopra. Passi delicati su placca un po’ verticale e poi fessura non banale da impostare a freddo e con la parete ancora in ombra (dita gelate da mettere in conto), tutta da proteggere, poi spit in alto. La fessura devia leggermente a destra e al termine si torna verso sinistra puntando ad una nicchia ampia, oltre la quale strova la sosta su spit. 45 mt, 6a+
- 2° tiro: puntare al diedro soprastante evidente andando leggermente a destra, due spit. Serie di fessure in diedro, ribaltamento su passo aggettante ben proteggibile, poi bellissimo diedro facile appoggiato con fessura “da cinema” (cit. Cambon). Sosta su spit in cengione largo Si comincia a pregustare la roccia bellissima e lo stile di arrampicata predominanti sulla via. 45 mt, 5c
- 3° tiro: attraversare la facile cengia in direzione dello spit presente sul muretto di fronte. Superarlo e portarsi con altro saltino su una cengia larga. 30 mt 5b
- 4° tiro: salire un saltino facile, portarsi sotto al muro soprastante e traversare a sinistra in diedro accennato orizzontale, breve passo placcoso. 20 mt, 5c
- 5° tiro: salire con bella arrampicata esposta il bellissimo muro con passaggi delicati alternati a diedrini e fessure, 4 spit nei primi 25 mt, il tiro ascende in obliquo verso destra fino a portarsi sul filo dello spigolo. Ignorare una sosta attrezzata e affrontare il passo successivo protetto da un chiodo e ben proteggibile, una fessurina che sbomba sulla quale bisogna fare un passo deciso spingendo con i piedi in opposizione, poi reperire sosta sotto al muro successivo. 50 mt, 6a+ fino alla catena, poi sezione 6b/+ (Cambon qui propone due tiri separati).
- 6° tiro: salire dritti per una quindicina di metri su bel muro tecnico, due spit e un chiodo, fino ad una sosta attrezzata. Qui si può già spezzare il tiro, oppure rinviare la catena (allungare bene) e proseguire, 5c. Se si prosegue, occorre traversare nettamente verso sinistra, affrontare una dozzina di metri placcosi ma non difficili protetti da un paio di spit, poi difficile passo in placca, con obbligatorio e spit un paio di metri sotto i piedi, proteggibile con friend medio/buoni su fessure soprastanti; qui occorre decisione. Ancora alcuni metri e poi sosta all’estrema destra di una cengia svasa che corre sotto un imponente tetto. 45 mt in tutto 6b/+.
- 7° tiro: attraversare brevemente la cengia verso sinistra fino alla sua estremità dove si risale un camino aperto e fratturato con passaggio atletico, sosta sulla cengia successiva ai piedi del magnifico muro solcato dalla fessura successiva. 25 mt, 6a.
- 8° tiro: passaggio chiave della via, fessura straordinaria. Risalirla con decisione, alternando incastri di piede/mano e di gomito o spalla. La fessura è abbastanza larga ma si può fare anche senza il 4. I bordi talvolta sono buoni e si prestano anche ad essere impugnati, talvolta invece svasi. La prima metà è più facile ma meno proteggibile, poi c’è un riposo su una grossa sporgenza, poi una seconda metà ben proteggibile (1 e 2 bd) ma che richiede un paio di incastri difficili e un passaggio di forza ad “allargare” i bordi della fessura spingendo in direzioni opposte con le mani. 1 spit all’inizio e due alla fine della fessura. La parte alta poi si allarga ed appoggia, consentendo un semi riposo prima di attraversare in placca a destra. Molto verticale ma con buoni piedi, mani quasi inesistenti a parte un buco piatto molto in alto. Due spit, poi passaggio difficile che si può azzerare se c’è cordone, altrimenti occorre una staffa. Ribaltamento ancora faticoso e piccolo passaggio dulferoso, poi sosta su tre spit. 35 mt, 6b o 6c la fessura a seconda della dimestichezza con l’incastro, 6b in placca + passaggio in A1 dato 7a in libera da Cambon. Un tiro raro.
- 9° tiro: affrontare un salto e poi una paretina rotta fessurata, un paio di spit, poi andare a sinistra per camino, spit, con passaggi atletici. 30 mt 6a+
- 10° tiro: placca soprastante, 3 o 4 spit, poi concrezioni e lamone, da proteggere, sosta alla base di un diedro ascendente in traverso verso destra. 30 mt, 6a
- 11/12° tiro: affrontare a scelta il diedro, all’apparenza tecnico, oppure ribaltarsi subito dopo il primo spit sul bordo sinistro. Superare tutta la paretina soprastante ben proteggibile con passi divertenti e reperire nuovamente lo spit. Proseguire fino alla sosta. 5c, 50 mt. Da qui uscire in cime sul facile e scavalcare una selletta verso destra fino a sosta per calate (uno spit, un chiodo e una concrezione di roccia).
Cambon, Ferrera, Rey
- Bibliografia:
- JP Cambon, Oisans Nouveau
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