La via attacca, direttamente dal letto del fiume in riva dx orografica in direzione Est, una serie di bei salti di roccia di una quarantina di metri cadauna, intervallati da 2 brevissimi trasferimenti. La qualità della roccia è nel suo complesso molto buona, ma resta fermo il concetto di terreno d'avventura che caratterizza questo piccolo tempio dell'arrampicata classica.
Materiale: NDA
Arrivati in paese, si svolta a sinistra in direzione della chiesa (possibile rifornimento d'acqua presso la fontanella dei campi da bocce). Si prosegue in discesa per circa 1,5 km e si raggiunge la piccola borgata delle case Ravugna (B&B La Casa Inglese). Si lascia qui l'auto, senza creare intralcio ai gentili signori che ivi risiedono.
Si prosegue a piedi, in discesa e lasciandosi da subito alla propria dx dei trogoli, fino alla Casa Canai. Prima del cancello, sulla sinistra, parte il sentiero (segnavia linea gialla orizzontale) Vara-Faiallo. In corrispondenza, dopo alcune centinaia di metri (10-15 minuti), di alcune corde fisse, il sentiero pianeggiante svolta repentino a dx, in direzione sud, risalendo le gole sempre parallelo al corso dell'Orba, aprendosi sulle evidenti Rocche dei Canaloni.
Raggiunta poco dopo una zona detritica, si lascia il sentiero e si ridiscende verso il fiume seguendo la morena, per infine risalire il corso dello stesso senza guadarlo, fino ad avvicinarsi ad un bel laghetto con cascata (Lago del Dannato).
La via attacca alla base di un diedro obliquo e fessurato, sulla sua placca più appoggiata, circa 50 metri a valle del laghetto (chiodo).
- L1 (25 m) Attaccata la parete (1 ch) che si pone dinnanzi da subito verticale, si vince un primo faticoso passo sfruttando la fessura appigliata (V+, 1 ch, event.nut). Ristabilitisi, con un passo a sinistra ci si porta sotto la placca ora più appoggiata, affrontando un passo un poco più delicato (V, 1 ch) guadagnando poi una cengia erbosa. Portandosi a sinistra, infilarsi in un breve canalino che permette di aggirare la parete verticale che sbarra frontalmente la cengia, e con un ultimo passo (III+, event.nut) uscire e sostare (cordone attorno a masso incastrato).
Trasferimento 30 m in direzione di un diedro solcato da netta ed evidente fessura, appena a destra dell’attacco della via “Pilastro del Tramonto” (ometti).
- L2 (25 m) Salire dapprima la facile placca gradonata (III, 1 ch.+cordino giallo), per poi spostarsi in traverso ascendente a dx (V-, event. fnd media misura) a guadagnare con passo nuovamente a sx, l’esile pulpito che regala un provvidenziale riposo prima di attaccare la larga fessura la quale è passaggio chiave dell’intera salita. Privi di appoggi, ma discretamente appigliati con ambo le mani, alzarsi sull’appiglio di sx e ristabilirsi sull’altro piede (VI+ o VI/A0, 1 ch.). Una sezione centrale ora meno intensa (V, 1 ch.) conduce ad un ultimo movimento di uscita dalla fessura (V+, 1 ch.). Proteggendosi eventualmente con 1 friend, spostarsi gradualmente sulla placca di dx sempre seguendo la linea naturale che incrocia l’incombente parete strapiombante (IV+, 1 ch.), fino ad uscire su comoda ed ampia cengia erbosa alla propria destra (sosta su 3 ch.)
- L3 (15 mt) Si risale la placca di destra, vincendo dapprima un passaggio più verticale sfruttando la parete sx in appoggio (V-, 1 ch.) e poi più agevolmente su roccia ora più appoggiata e ricca di appigli (IV+ event.nuts). Raggiunto il suo culmine, ci si sposta con passo laterale su una nuova placca, ora ancor più lavorata (III+). 2 spit di calata, ove attrezzare sosta.
Trasferimento 20 m per roccette in direzione di un’altra ampia bastionata, fino a grosso albero (ometti). Da qui, due possibilità per raggiungere la cima del bastione:
- L4a (30 m) Attaccare frontalmente la breve placca (III+, 1 ch.) portandosi alla base della sua sorella maggiore la quale, più ampia e verticale, è tagliata in due diagonalmente da sx a dx. Vincere un primo passo atletico e leggermente strapiombante (V+, 1 ch.) e progredire con elegante arrampicata (IV+, 1 ch.+event.fnd) fino alla fessura che secondo logica conduce alla fine delle difficoltà (V, fnd/nuts). Usciti su esile cengia erbosa e raggiunta una rovere vecchia e malandata, attaccare infine un ultimo diedrino, il quale, appoggiato verso destra (IV-, poi III, event.fnd) conduce all’uscita della via (sosta su spuntone o direttamente sui due spit di calata sulla sx).
- L4b (30 m) Puntare alle due placche scure e molto appoggiate sulla sinistra (II+/III, poi IV- su cambio placca, 1 ch.). Dopo averle risalite entrambe, portarsi alla base della parete biancastra che volge a dx. Risalirne la sua placca ora più verticale (IV+, 1 ch.) e con delicato passo (V, 1 ch.) portarsi fino al suo termine, essendo sbarrata da un tratto strapiombante. Un passo in traverso verso dx (IV+, 1 ch.) introduce ad una cengia erbosa che ci si lascia alle spalle puntando nuovamente a sinistra, in direzione di un curioso passaggio visibilmente più tecnico (IV, event.fnd). Risalendo il breve tratto ascendente verso sx sfruttando un generoso appiggio con ambedue le mani (V+, 1 ch.), si entra dapprima in una specie di nicchia erbosa, per poi uscirne alla propria destra con facile ma piuttosto esposto passaggio (IV, event.nut). Sosta su cordone + chiodo su spuntone.
Discesa: 2 comode doppie da 35 + 25 mt riportano al sentiero linea gialla e di qui all’auto. In alternativa è possibile scendere poco agevolmente per bosco e massi instabili a dx uscendo dalla via, fino ad intercettare lo stesso sentiero (nessuna traccia).
Note: L2 è evitabile risalendo un camino posto una quindicina di metri più a destra (10 mt, max IV, nessuna protezione).
La variante L4a è stata aperta dalla stessa cordata la mattina del 14 Aprile 2023.