Soste con due fix + maillon per calata.
A inizio ottobre ombra dalle 11 circa.
I tiri su granito nero obbligano a movimenti di rara eleganza, spettacolari, ogni momento di distrazione può essere eliminante.
Penalizzata solo dal fatto di trovarsi a bassa quota, manca quindi di scenografia ambientale.
La finestra di fattibilità è forse limitata a tre/quattro mesi l'anno, il resto è dominio indiscusso della ricrescita di muschio ed erbacce lungo le cenge, fortunatamente non sui tiri che mantengono la loro selettività anche senza il contributo vegetale.
Meglio attendere almeno una settimana dopo le piogge.
I due tratti di camminamento sulle cenge interrompono (per fortuna) la tensione psicologica e fanno riprendere i polpacci.
Salita completamente in aderenza, sostenuta su quasi tutti i tiri, dove improvvisare può costare un paio di capelli bianchi in più.
A piedi attraversare il pratone in direzione Nord, costeggiando il fiume Era, poi imboccare il sentiero prima lastricato ("via Francisca") e dopo percorsi circa 100 m in piano individuare sulla sinistra la traccia evidente che sale in diagonale (cartello in legno su albero con indicazione "placche di Segname", 5 minuti dall'auto). La via attacca in una piccola radura, la prima di sinistra delle tre visibili dalla base.
- L1 6A+ (15m)- breve tiro con muschio a chiazze, di forte impatto emotivo iniziale: non demordere. La richiodatura ha alzato di buone tre infami spanne il 2° fix.
- L2 6b (40m)- splendido tiro lungo con breve intermezzo su fessurino stretto di dita.
- L3 6a (30m)- singolo in entrata poi diventa più semplice e di movimento. Sulla cengia erbosa due possibili soste distanti 5m tra loro.
- 3bis. Trasferimento lungo cengia verso destra, 50 m esatti; passare il primo fix che si trova, salire 3 metri poi fermata su 1 fix + ottima fessura per eventuale rinforzo (camalot #0.4 oppure #0.75)
- L4 6A+ (45m)- favoloso, interamente in placca con direzioni che cambiano di continuo e da ricercare in un mare di roccia nera come la notte.
- L5 6A+ (45m)- pochi metri a sinistra della sosta, e qui singolo intenso per guadagnare il 2° fix; continua un po’ più facile in placca a raggiungere una bella lama e finale ancora in placca con fessura-lama a sinistra.
- 5bis. Pochi metri per guadagnare la cengia alberata. Camminare a destra circa 70 m (viso a monte) e in discesa, fino a un grosso avancorpo con larga spaccatura. Entrare nella spaccatura e sostarvi sopra (comoda).
- L6 6b (50m, tiro-chiave)- placca eterna in obliquo a sinistra. Strepitosa per continuità e intuito, sempre ricercando il miglior equilibrio interiore.
- L7 6A+ (45m)- traverso a destra, poi bellissima placca in obliquo ancora a destra.
DISCESA: possibile in doppia sulla stessa via
S7–>S6: un poco obliqua e laboriosa.
S6 –>cengia: obliqua a destra (viso monte), ma semplice da recuperare e senza intoppi.
Su albero (cordoni e moschettone)–>S5: breve.
S5–>S4: verticale.
S4–>cengia: verticale. Camminare a sinistra 50 m sulla cengia e usare la sosta più vecchia a sinistra con due maillon.
S3–> albero su cengia: verticale 30 m; fermata su grosso albero comodo, da qui camminare 10 m a sinistra (viso monte).
S2–>terra: verticale fino a terra.
In alternativa: dall’ultima sosta S7 portarsi a sinistra (faccia a monte), discendere un canale fino alla cengia e camminare verso destra (viso a monte) individuando una vecchia sosta su albero con maglia rapida (calate sulla linea di “Guardia e ladri”) oppure proseguendo ancora fino a trovare la nuova sosta su albero S5bis della via di salita.
G. Lisignoli (2017) 2° richiodatura, completa, con L5 e L7 che raddrizzano la linea originale.
Aperta dalla coppia di guide alpine locali Franco Giacomelli e Renata Rossi ai tempi in cui lo stile d'aderenza era dannatamente alla moda.
Probabilmente è una delle vie più belle di questo genere nel fondovalle; fino alla prima richiodatura le informazioni su questa via furono diffuse alla maniera della fiaba della buona notte ma anche adesso non si trova certo coda all'attacco.
- Bibliografia:
- http://www.campingacquafraggia.com/