I dislivelli quotidiani non sono proibitivi e permettono di aggiungere la salita e discesa di alcune delle bellissime cime che fiancheggiano l’itinerario principale. C’è l’imbarazzo della scelta. Naturalmente sono possibili varianti quasi infinite all’itinerario di base proposto
Giorno 1, D+ mt 1150 : da Chiareggio, Piano del Lupo, dalla capanna Forno si scende per ca. 250 mt 1620 si imbocca il vallone di Valbona e lo si segue fino al pianoro a circa 1600mt, dal quale, volendo, si possono raggiungere quali mete facoltative il M. Rosso, Colle di Valbona e/o la Cima di Valbona. Si raggiunge quindi con facile salita la sella del Forno mt 2768. Con una breve discesa ed un traverso a dx si raggiunge rapidamente la Capanna del Forno del CAS mt 2576, aperta e gestita in primavera. Molto confortevole.
Giorno 2 D+ mt 950: dal rifugio si scende per ca. 250 mt a raggiungere il vasto e pianeggiante ghiacciaio del Forno a mt 2400 ca. Lo si segue fino alla testata per ca. 3 km. Impossibile non notare avvicinandosi alla testata il pendio Nordovest, quasi perfetto, del Pizzo Torrone. Volendo, con una risalita di ca. 400 mt si può metterlo nel sacco (5.1 E2). Altrimenti si prosegue sull’autostrada glaciale obliquando a sinistra (senso di marcia) e iniziando quindi a risalire per 600 mt ca. i pendii del monte Sissone mt 3330.Giunti in vetta senza difficoltà, si prosegue brevissimamente sulla cresta ovest dove occorre reperire l’ingresso di uno stretto e ripido canalino nevoso (tra i 45 e i 50 gradi) che dopo pochi mt si allarga in aperto pendio, attenuando man mano la pendenza. Si tiene sempre la sinistra facendo poi un lungo traverso a raggiungere senza dover risalire il confortevole bivacco Kima mt 2700.
Giorno 3, D+ mt 1700 : è la giornata clou dell’intero giro, va affrontata partendo presto dal bivacco e con buona visibilità. Si sale al passo Cecilia da dove ci sono 2 possibili vie di salita alla cima del M. Disgrazia mt 3678. 1) la via normale per la sella di Pioda e la lunga cresta. 2) in alternativa, se in condizioni, si può traversare, sempre salendo, verso destra sin sotto il canale Schenatti risalendolo con piccozza e ramponi fino al suo sbocco sulla cresta, dal quale si giunge in vetta in circa 20 minuti di facile ma esposta arrampicata. Dalla vetta, estremamente panoramica, si ritorna sui propri passi, vuoi per la via normale , vuoi per il canale Schenatti che può essere naturalmente srampicato con i ramponi oppure sciato (4.3 E3) . Si scende il vallone di Preda Rossa fin sotto il passo di Corna Rossa circa a quota 2600 mt. Dove conviene calzare direttamente i ramponi e affrontare i ripidi 200 mt che separano dal passo mt 2836. Calzati nuovamente gli sci si inizia a traversare a sinistra, sotto la cima di Corna rossa, perdendo meno quota possibile. Giunti appena sotto il lago Cassandra si ripella e si raggiunge brevemente il lago che va percorso interamente. Perdendo ca 60 mt di quota ci si porta sotto l’ampio ma tormentato pendio che adduce al colle di Cassandra mt 3097, salendo con gli sci fin dove possibile , quindi con ramponi e piccozza. E’ fatta! Di qui si calzano gli sci per una lunga discesa di 1500 mt per il ghiacciaio di Ventina fino all’alpe Ventina e quindi, seguendo la mulattiera, a Pian del Lupo. Mettere in conto qualche problema a guadare i numerosi torrenti per raggiungere il parcheggi.