Si tratta di un giro di ciclo alpinismo nel vero senso del termine. I tratti di salita ciclabile sono spesso su pendenze importanti, lunghi sono i tratti con bici a spinta e non mancano diversi metri di dislivello dove occorre portare la bici a spalle.
Delicato il traverso per arrivare in punta alla Cerisira con passaggi rocciosi elementari ma complicati dall'esposizione e dalla presenza della bici (utile essere almeno in due per darsi una mano in un paio di passaggi).
Per contro la fatica di queste salite è compensata da quattro discese splendide, quasi interamente ciclabili e molto varie che non mancheranno di accontentare anche il ciclista più esigente.
Il primo giorno si fa tappa all'ottimo rifugio Lago Verde gestito nel periodo estivo almeno fino a metà / fine settembre.
Dati delle singole tappe:
1° giorno 21 km m 2088 d+ m 716 d-
2° giorno 34 km m 1400 d+ m 2700 d-
1° giorno:
Da Villanova in val Pellice si segue per un breve tratto la pista sterrata che sale verso il rifugio Jervis. In breve si incontra un bivio segnalato verso destra dove si comincia a salire subito su pendenze importanti verso la Colletta delle Faure. Per fortuna le pendenze si fanno più agevoli, ma prima di raggiungere la colletta tornano a tratti quasi proibitive. Dalla colletta un lungo traverso molto panoramico porta al ricovero Bancet posto sull’omonimo colle. Un ulteriore tratto di sterrato porta all’alpe Bancet. Poco dopo occorre abbandonare la strada che porterebbe verso il col Cuntent per salire sulla destra lungo un sentiero non troppo segnalato, ma comunque evidente. Bici a spinta si arriva quasi in cima alla punta Fiunira che non conviene raggiungere. Occorre invece prendere verso sinistra una lieve traccia orizzontale che porta al colletto aperto sulla val Germanasca posto tra la Fiunira e la punta Cerisira.
Un lungo ed evidente traverso passa pochi metri sotto la cresta con andamento esposto e con alcuni tratti disagevoli dove occorre obbligatoriamente portare la bici a spalle e fare molta attenzione. Si raggiunge così la punta Cerisira caratterizzata dai ruderi di un vecchio edificio militare.
Per la discesa si imbocca l’evidente mulattiera militare ancora per lunghi tratti perfettamente conservata, ma anche con qualche tratto rovinato dalle frane.
Si raggiunge il sentiero che scende dalla gran Guglia e si continua la fantastica discesa fino a raggiungere la strada che sale da Bout du Col.
Da qui occorre ricominciare a salire lungo la sterrata che data la stanchezza accumulata ma soprattutto le pendenze ed il fondo sconnesso obbliga a spingere la bici per lunghi tratti.
Si arriva così al rifugio Lago Verde dove termina la prima tappa.
2° giorno:
La mattina seguente davanti al rifugio si parte subito in salita. Un impegnativo sentiero sale per 150 m di dislivello fino al col di Valpreveyre (m 2737 bici a spalle d’obbligo).
Terminata la prima breve ma intensa fatica di giornata si comincia una lunghissima discesa nel vallon di Valpreveyre dominato dalla slanciata sagoma del Bric Bucie.
La prima parte della discesa è poco ciclabile, si consiglia dopo il primo traverso di abbandonare la traccia che passa tra grandi pietraie per scendere liberamente per prati che con i giusti passaggi permettono di fare buon tratti in sella. In prossimità di una grande pianoro erboso il sentiero diventa ciclabile e rimane tale fino a raggiungere la piccola Valpreveyre.
Da Valpreveyre ci sono diverse possibilità per raggiungere la collette de Gilly. In ogni caso qualunque scelta si faccia ci sono diversi tratti che obbligano a spingere la bici.
Dalla collette de Gilly comincia una splendida discesa sul versante di Abries la cui prima parte è molto filante e facile. A quota 2100 circa si imbocca sulla sinistra il sentiero GR58 che prima con un lungo traverso e poi con una serie infinita di tornanti e mezze curve deposita a Ristolas.
Da Ristolas si segue il fondovalle in salita lato sinistro orografica fino al piccolo abitato di La Monta. Sulla sinistra un cartello indica lo stradello per il colle della Croce che presto diviene sentiero ripido nel bosco dove si torna a spingere la bici. Verso quota 2050 la traccia presenta ampi tratti ciclabili a patto di non aver consumato tutte le energie in precedenza, l’ultimo tratto per il colle inaspettatamente permette di raggiungere il colle pedalando facilmente.
Inizia ora la discesa più tecnica delle tre di giornata. Non molto lunga, dopo un primo tratto facile, si entra nel bosco dove le pietre fisse magistralmente sistemate nel tempo impegnano a dovere.
A quota 1700 si arriva al rifugio Jervis dove si può fare una meritata sosta ristoratrice.
Per tornare all’auto dal rifugio si può ancora percorrere il sentiero in sinistra orografica che permette di evitare il lungo sterrato, ma che presenta tratti decisamente impegnativi.
Se invece si è già appagati delle splendide discese sin qui fatte è probabile che la scelta cada invece sulla comodo e scorrevole sterrata che vi riporterà all’auto.
- Cartografia:
- Fraternali valle Germansca, IGN 3637 OT