Dopo alcuni anni che se ne parlava, ero d’accordo di andare all’Aconcagua con il mio socio Emilio R. del CAI Ligure di Genova nel mese di gennaio, avendo finalmente avuto 4 settimane di ferie. Ma per mancanza di allenamento e preparazione fisica alla permanenza in alta quota…Emilio ha rinunciato, e io mi sono aggregato ad un gruppo dell’Agenzia Guide Star Mountain di Finale Ligure. Siamo partiti con l’obiettivo di salire l’Aconcagua per la via diretta dei Polacchi, quindi con accesso e avvicinamento dal Vallone Rio de las Vacas che porta verso Plaza Argentina, Campo Base per la Via dei Polacchi. Mi sono trovato bene come gruppo e come compagnia, in particolare con il mio compagno di tenda Moreno P., un simpaticissimo toscano di Capezzano Monte. Il viaggio è iniziato il 4 gennaio con Volo Roma – Buenos Aires – Santiago e avvicinamento a Mendoza in Argentina da Santiago con pulmino privato. Il rientro è stato il giorno 26, sempre da Santiago, con voli Aerolinas Argentinas. Dopo un paio di giorni a Mendoza, pagato il permesso di salita alla cima e acquistati i viveri necessari per i Campi alti partiamo per Penitentes, dove pernotteremo al Rifugio Cruz de Cana. Il rimo giorno di avvicinamento è stato Penitentes – Pampa de Lenas, il secondo Pampa de Lenas – Casa de Piedra, il terzo Casa de Piedra – Plaza Argentina m. 4200 Campo Base dell’Aconcagua per la Via dei Polacchi. Raggiungere il Campo Base di Plaza Argentina non è difficile, c’è solo un guado poco oltre il Campo di Casa de Piedra che può creare qualche problema, per il resto tutta la marcia si svolge su sentiero, e sono valloni piuttosto frequentati, in quanto sono molti gli alpinisti che ultimamente salgono dalla Via dei Polacchi e/o dalle sue varianti. Dopo una giornata di riposo a Plaza Argentina abbiamo iniziato la fase di acclimatamento che ha previsto le salite al Campo I e al Campo II con 2 pernottamenti al Campo 1, mentre al Campo 2 solo una veloce “toccata e fuga”. Rientrati al Campo Base, ci riposiamo un giorno e poi ripartiamo per la salita alla cima. Raggiungiamo il Campo 1 (percorso faticoso, c’è da superare una pietraia ripidissima, con alcuni tratti a 45° e tanto pietrame instabile) dove pernottiamo, nelle tende già portate e montate in precedenza. Il giorno seguente inizia la salita verso il Campo 2 posto a circa 6000 m. di quota, su nevai con qualche penitentes e ripide pietraie, per me è stata una giornata piuttosto faticosa, per lo zaino enorme e pesantissimo che mi portavo sulle spalle. Per nostra scelta non abbiamo volutamente ingaggiato portatori d’alta quota e dal Campo Base in avanti ci siamo portati tutto con le nostre forze. Il primo giorno utile per tentare la salita alla vetta (18 gennaio) purtroppo il tempo è incerto, partiamo ugualmente, ma dopo un’ora ci coglie una bufera di neve, che cancella la pista e ogni traccia di passaggio sul Ghiacciaio de los Polacos, la visibilità è ridotta al minimo, il freddo è pungente…e non rimane altro che rinunciare e rientrare al Campo 2. Il giorno seguente invece…è la giornata che aspettavo, il “Cumbre-day”!! Usciamo dalle tende alle 4,00…freddo intenso ma cielo limpido e stellato…possiamo prepararci e riprovare…le condizioni ci sono ! La neve caduta nei giorni scorsi però comporta un cambiamento di programma, sulla Via diretta dei Polacchi ci sono 30-40 cm. di neve fresca non ancora assestata, crepacci coperti e tratti di ghiaccio vivo in alto…seguiamo il parere della guida argentina che ci consiglia di salire lungo il Traverso de los Polacos, una variante della Via dei Polacchi, ma più sicura e meno insidiosa, con il ghiacciaio più tranquillo e senza crepacci, nella parte alta si incrocia la via normale che sale da Plaza de Mulas. Non partiamo tutti, qualcuno non si sente bene, mentre 2 persone erano venute solo per fare la diretta dei Polacchi, e questa via alternativa…a quanto pare non gli interessa e rinunciano incredibilmente alla salita e alla possibile cima…! Contenti loro..! Partiamo in quattro, io, Moreno, Gianmario e Vincenzo (guida). Come detto prima cielo limpido e freddo polare, ma dopo 30 minuti si inizia a ragionare e a salire senza patire la temperatura (intorno ai -22°! con vento), traversiamo il ghiacciaio e a quota 6400 m. incrociamo la traccia della via normale, nei pressi del Bivacco Indipendencia, oramai quasi inagibile e sfasciato. La salita procede bene, con un buon ritmo e con passo regolare, l’alba è uno spettacolo mozzafiato e il sole illumina l’ambiente e il paesaggio in tutta la sua grandiosità e bellezza ! a circa 6600 m. Gianmario decide di fermarsi per la stanchezza, inizia a patire la quota, Vincenzo si ferma con lui, rimaniamo in due, io e il mio compagno di tenda Moreno, che proseguiamo, superiamo la “canaleta”, le facili rocce della cresta del Guanaco che precedono la vetta e finalmente raggiungiamo la cima dell’Aconcagua, molto ampia e spaziosa, sormontata da una piccola croce metallica. Grande gioia e soddisfazione, sono emozioni forti e intense, difficili da descrivere, come l’abbraccio a Moreno e le lacrime di gioia ! Un bacio alla croce e…lascio libero in me un entusiasmo incontenibile ! Siamo sul “tetto delle americhe”, ce l’abbiamo fatta ! Un grande momento ed un sogno che si è realizzato ! Ci siamo goduti la cima per 1 ora, per ammirare il panorama, fare le foto per immortalare momenti, che per noi due, semplici alpinisti della domenica, resteranno indimenticabili e scolpiti nella nostra memoria, nei nostri cuori ! In discesa siamo rientrati al Campo 2 dove abbiamo nuovamente pernottato, e il giorno successivo siamo scesi direttamente al Campo Base, saltando il Campo 1. Al Campo Base grande accoglienza e festa dei nostri compagni e di tutto lo staff dell’agenzia argentina al nostro seguito. Io e Moreno eravamo determinati, motivatissimi e animati da un grandissimo entusiasmo, ci abbiamo sempre creduto, fin dal primo giorno e…ce l’abbiamo fatta ! In discesa abbiamo ripercorso le stesse tappe dell’avvicinamento fatto in salita. Peccato solamente per alcuni nostri compagni che potevano raggiungere la cima ma hanno perso l’occasione per la loro scelta e rinuncia al Campo 2.
Come detto precedentemente, mi sono aggregato ad un gruppo di 7 persone composto da Moreno P. di Lucca, Gian Mario di Milano, Elena di Ravenna, Marco M. di Roma, Loris di Udine, Alberto D. di Torino e Vincenzo R. (guida) con la logistica curata dall’Agenzia Guide Star Mountain di Finale Ligure. Mentre il corrispondente locale era l’Agenzia Inka Expediciones di Mendoza in Argentina, che ha curato i trasporti e la logistica durante la salita, gli spostamenti Santiago-Mendoza e ritorno. Organizzazione del viaggio buona e senza particolari problemi. Efficiente la Inka Expediciones e ottimo il trattamento ricevuto. Noi abbiamo scelto di farci accompagnare e trasportare i materiali fino al Campo Base di Plaza Argentina. Avevamo al seguito una guida argentina (Pablo R.) e gli arrieros che hanno trasportato i nostri sacconi sui muli fino al Campo Base. Nel nostro gruppo era presente Vincenzo R. di Cuneo (guida). Se siete alpinisti con una buona esperienza di alta quota, ben allenati e abituati a salite su neve-ghiaccio medio-facili potete fare la salita senza guida, non ci sono difficoltà e/o problemi particolari…alta quota a parte. Tenete presente che se il tempo cambia repentinamente la discesa dalla cima dell’Aconcagua potrebbe diventare una trappola…mortale ! Come testimoniano alcuni episodi ed incidenti recenti che hanno, purtroppo, fatto anche alcune vittime.