L'itinerario, seppur breve, offre una bella arrampicata con un tiro superlativo seguito da piacevoli placche.
Crediamo che tuttavia non sia una vietta rilassante o plaisir e, nonostante i ben tre spit infissi in via, si può ben considerare una via "trad" come si suol dire adesso.
Pertanto non farsi ingannare dal grado obbligatorio, peraltro onesto, e intraprendere la salita solo se pardroni del "grado"... Oddio, un sacco di parole per dire nulla!
Trattandosi "di una delle più belle e pure fessure della Valle" (ogni apritore dice così della sua via...) occorre spendere un po' in friendsss o farseli prestare dal vicino di casa. Vi servirà una serie di friend ma dovrete raddoppiare il 2 se siete forti sul 6c, triplicarlo se siete meno forti, quadruplicarlo se contate di salire con qualche resting. Quindi vedete voi. l'1 e il 3 possono essere utili doppi, ma non necessari.
Questo per ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, la "relatività" del materiale necessario su una via di fessura. Più si domina la difficolà meno roba si mette, è ovvio! Sulle placche della parte alta serve un po' di calma, ma la difficoltà è più che mai ragionevole. Però poi non venite a scrivere la parola "pericoloso"! In questa via (come del resto in tantissime altre) in alcuni tratti è meglio non cadere...
Ciò detto buon divertimento! Una via che probabilmente non diventerà mai una grande classica ma che piacerà molto agli orchi dal cuore puro e duro :-)
relazione lunghissima (per una via di quattro miseri tiri) e semiseria. Questa è una sorta di disclaimer che ci libera dal sembrare presuntuosi (forse)
Raggiungere l’attacco di Fragola party (vedere gita relativa, ben relazionata su qs sito: a proposito, nell’ultimo tiro facemmo la fessura!) in un’ora di ravanamento in bosco ripido e a tratti infestato da rovi (evitare l’estate se non siete masochisti – come noi -!). Ci sono tracce di sentiero e ometti e per questo ringraziamo vivamente oomaxter, ma a tratti è difficile seguirli. Giunti all’attacco di Fragola, invece di seguire la fessura a destra salire diritti per un diedrino marrone (spit). Ristabilirsi su un gradino scivoloso, afferrare una fessura e superare uno strapiombo brancandosi affannosamente ad un ginepro in tree-climbing. Segue una lama bella ma atletica con i piedi che annaspano raggiungendo infine la sosta 1, su ben due spit. Aspra discussione in sosta se trattasi di 6b o 6b+. Vinse il partito del 6b. Tiro portato a termine dal valoroso Eugenio! Si è ora sotto un’impressionante fessura tetto che schiaccia i pensieri e rende molli le gambe. Si rivelerà molto più difficile del previsto! 🙂 Senza farsi intimorire aggredire il breve diedro che la difende, quindi tirare una dulfer selvaggia che i più tecnici addolciranno scaricando sulle rare tacchette, sempre che non abbiate portato le famigerate “scarpette comode da via lunga”!
La fessura piega finalmente e si deve passare all’incastro di mano, anche per la cosidetta “posa delle protezioni”. Quando la faccia sinistra è a portata di piede è possibile altresì fare un’ampia spaccata tipo Devils Tower. Poi la crepa diventa di dita e la roccia un po’ a cornflakes, senza però disturbare più di tanto. Per fortuna la fessura perde rapidamente di difficoltà sino all’idilliaca S2, con betulla a farci l’ombra. Ci sbilanciamo su un 6c orkiano?
Alzarsi sopra la sosta con un plakkosissimo e fetentissimo passo (meglio non cadere) e afferrare una fessura orizzontale…svasata. Fin qui puzza di 6b, ma potrebbe trattarsi di 6a+ sincero… Seguirla verso sinistra proteggendosi a friend (totalmente illogico visto che avevamo con noi il trapen, ma bellissimo e… soprattutto… divinamente trad).
Una volta raggiunto lo spigolo seguire le belle (e ci sta bene un “provvidenziali”) fessure. Piazzare un ottimo “verde” della blecdaimond ed andare a destra in placca (nuovamente altamente illogico, come peraltro i compagni facevano notare al sottoscritto, ma bellissimo…).
Si raggiunge così il secondo bonus della via (spit) e si continua a traversare proteggendosi nei pressi di una misera piantina con uno 0,3 BD.
La sosta è ancora a destra, in piena placca, alla fine del tetto. Seibì era e seibì il tiro rimane Alzarsi sopra la sosta e raggiungere il terzo spit (e ultimo, sappiatelo) della via, che permette di raggiungere una zona paskolativa.
Segue una placca stile mello (senza il blocco), senza nulla, che sebbene i compagni facessero presente all’apritore che ciò gli sarebbe valso aspre critiche su gulliver…è rimasta tale.
La sosta è poco dopo. Il tiro sarà 5c massimo, tanto per fare un dispetto al bravo apritore, che, stanco di una settimana di duro lavoro, non l’ha trovato mica facile… cinqueccì orkiano insomma, ma ci sarà chi come al solito degraderà! Su questi teleschermi.
Discesa con due doppiette da 60.
- Bibliografia:
- Arrampicate in valle dell'Orco, Oviglia-Mochino, 1987