Ambiez (Cima d’) – Linea Nera

Ambiez (Cima d’) – Linea Nera
La gita
donde
5 18/06/2022

La partenza si individua bene, è il secondo diedro a sinistra del tetto giallo. Primo chiodo ben visibile e moschettonabile coi piedi su cumulo di pietre.

1) passo difficile in partenza (2 ch), poi si prosegue obliquando verso a destra, puntando un tettino giallo, fino a raggiungere un pulpito sotto il tettino (40 m, 6a l’ingresso, poi 5c, 5 ch., sosta su 2 ch.).
2) si sale a destra del tettino, poi si traversa quasi orizzontalmente per 8 metri a destra, attraversando le colate nere, fino a trovare un chiodo, da qui dritti fino in cima, fino a pulpito sotto strapiombi gialli (50 m, 5c, 4 ch., sosta su due ch. ravvicinati e cordone logoro su clessidra – possibile rinforzare con friend).
3) si sale a destra degli strapiombi, proseguendo per placche (passetto, con chiodo sulla destra, non subito visibile), fino a una nicchia con 1 clessidra gialla, proseguire stando sulla destra, su zona più abbattuta, per arrivare poi alla cengia mediana, da qui salire ancora 3 m. fino a reperire la sosta su 2 ch. – non immediatamente visibile, rimane sulla destra, un po’ da cercare -(50 m, 5c, 4 ch.)
4) salire su zona facile puntando ad uno strapiombino giallo sulla sinistra (sopra il quale si vede una rampetta che prosegue verso sinistra); dopo circa 15 metri dalla partenza, in direttiva dello strapiombino, si incontra il primo chiodo, alcuni metri dopo il secondo chiodo, con fettuccia rossa, sotto lo strapiombino; ribaltarsi su buone prese e proseguire in obliquo verso sinistra (3 ch. presenti nella rampetta), fino a cengia con sosta sulla sinistra su due clessidre (cordoni grossi ma molto usurati – 50 m, 6a/+, 5 ch.)
5) dalla sosta ci si alza verso destra su muro grigio chiaro, per 5 metri, fino a degli strapiombetti (alla cui base è possibile mettere friends), ribaltarsi nella parte più debole degli strapiombetti, a destra, su buone prese, alzarsi ancora fino a trovare il primo chiodo, sempre sulla destra. Proseguire dritti, a circa 2/3 di tiro traversare per 4 metri a destra (chiodo dietro una lama, non visibile), e poi dritti fino alla base dei tetti, sul loro limite destro, fino a trovare un cordone (sosta su cordone, da doppiare con friends grandi, 50 m. 5c/6a, 3 ch.).
6) salire dritti nel facile diedro fessurato, prendere il muro nero sulla destra (dove è possibile mettere una clessidra, come primo punto di assicurazione) e poi proseguire dritti sul muro nero, che fa a tratti diedro, ribaltarsi sull’ampia e comoda cengia (non ho trovato la sosta, quindi l’ho fatta a friends su fessura orizzontale, posta sopra un grosso masso su cui comodamente appoggiarsi – 50 m, 5b, nessuna protezione, tutte da mettere).
7) salire dritti per rocce inclinate, fino ad ampia cengia, con clessidrona sulla destra (cordino marcio di riferimento – 50 m, IV la prima parte, poi III, nessuna protezione).
Da qui ci si slega e si va verso sinistra (ometti ben visibili), guadagnando subito la discesa per la Normale.

via entusiasmante, un po’ da ricercare, la roccia è talmente bella, che si potrebbe salire ovunque, col rischio però di perdersi un pò (…il primo di cordata ci impiega una vita a trovare la strada, il secondo sale rapido e felice). La via è divertente anche da proteggere, ma almeno le soste andrebbero revisionate (sostituire qualche chiodo, o mettercene proprio); anche i cordoni lungo la via andrebbero cambiati (sono talmente anneriti e logori, che non si vedono quasi), se non altro a fungere da riferimento nella ricerca della linea.
Con il Nano nella cordata di testa, ed Elvio e Gab al seguito, a raccogliere i frutti del nostro cammino!

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