Considerare da 5 a 7 ore per la salita e altre 4-5 per la discesa. La via prevede passi di 3°+ e tratti più facili ma sempre su terreno esposto e spesso malsicuro.
Per procedere in sicurezza: casco, imbracatura, materiale per la sicurezza 30 mt di corda, qualche nut e qualche friendes (0.5; 0.75; 1) più che sufficienti; ramponi necessari a inizio stagione o con temperature fredde.
Dal rifugio seguire il sentiero per il Bivacco Varese; dopo circa 30 minuti si incontra una masso con scritta rossa “PIZZO”. Abbandonare il sentiero e salire verso ovest senza percorso obbligato sulla dorsale che si insinua in un una ampio bacino circolare contornato da due grandi speroni rocciosi. Salendo, spostarsi leggermente verso quello di sinistra. Raggiunto un ripiano morenico andare verso lo sperone roccioso, sempre a sinistra, dove evidenti segni e scritte in gialle indicano il canale dove inizia la via vera e propria a circa 2650 mt.
Salire ora per il canale alternando facili passi su roccia a tratti erbosi. Raggiunto il filo di una cresta, ometto evidente, seguirlo. Più in alto evitare alcuni gendarmi rimanendo a sinistra della cresta. Salire ancora sulla dorsale o poco a sinistra fin verso i 3100 mt. Attraversare quindi verso sinistra, due canali ricercano il percorso migliore tra gli sfasciumi, fino a raggiungere la cresta spartiacque con la Zwischbergen a circa 2250 mt, parecchi ometti indicano la via.
Seguire ora la dorsale glaciale verso sud, fino ai piedi della vera e propria cresta est dell’Andolla. Arrampicare facilmente, ma su terreno disgregato, lungo il filo. Prima di raggiungere un gendarme verticale spostarsi un poco a sinistra ed individuare un diedro con fessura poco a sinistra del gendarme. Visibile un cordino. Arrampicare tutto il diedro, circa 20 mt, III°+.
Proseguire diritti su blocchi fino ad una bella placca con fessura di roccia ottima. Arrampicare la fessura di 10 mt, alla fine della quale troverete un terrazzino con cordone incastrato, non fermarsi ma proseguire ancora dritti per altri 4-5 mt fino ad un secondo terrazzo, mazzo di cordoni di sosta, IV+. Ora si intravvede una cengia che taglia tutta la parte sommiate. Raggiungerla risalendo ancora una cinquantina di metri il fianco sinistro della cresta. Attraversare ora la cengia verso sinistra sfruttando delle rampe terrose e stando il più alto possibile, fino alla sua fine. Raggiunta una vaga dorsale di facili rocce articolate e risalirla fino una breccia “la galleria” che si attraversa per arrivare sulla cresta sud. Tutto questo tratto è segnato da ometti. Memorizzare il passaggio che sarà necessario ritrovare in discesa. Arrampicare quindi sul filo di cresta o leggermente destra della stessa per circa una lunghezza, III°. Un ultimo gendarme di 5 mt si può scavalcare per la fessura strapiombante lato Antrona V+, oppure aggirare sul lato Saas per un diedro III°+. Un pianoro precede la vetta che si raggiunge facilmente attraverso una rampa da destra verso sinistra.
La discesa avviene per lo stesso itinerario. La discesa in caso di nebbia può risultare molto pericolosa perché difficile da individuare. Nel caso si può più facilmente scendere lungo la cresta ovest, lato Saas. Due corte doppie (15 mt) depositano su una cengia quasi sul filo di cresta, ATTENZIONE: NON SCENDERE SULLA PARETE NORD. Aggirare la prima torre a sinistra passando in un grossa spaccatura. Le due torri seguenti si aggirano sul lato nord, destra, con facili passi di arrampicata sempre vicino al filo di cresta. Ora la cresta, diviene più facile e conduce ai pendii sud sotto il Potjenhorn attraverso i quali, su sfasciumi o neve ad inizio stagione, si raggiunge il sentiero che conduce all’Almagellerhutte. Considerare 2:30 ore dalla vetta al rifugio.
- Cartografia:
- Monte Rosa -kompass n°88-
- Bibliografia:
- sito: www.ossaloweb.net-Trekking