La pubblicazione nel 2008 di un libro in tedesco da parte di Thelesklaf Herold Bernhard con quasi tutte le traversate possibili (tradotto adesso in italiano con la collaborazione di Teresio Valsesia) ha fatto si che i bivacchi siano oggi frequentati in maggioranza da tedeschi e svizzeri che sembrano apprezzare di più questi ambienti naturali privi di segnale telefonico.
Il dislivello indicato è stimato in quanto oltre ai 1120 iniziali e ai 300 per la porta del Ragozzale è difficile valutare i continui saliscendi del percorso.
Primo giorno.
Da Faievo (950) in circa 3 ore al Passo di Basagrana (2070), vedi itinerario per il Pizzo Tignolino
Dal passo, posto tra il Togano e il Tignolino, è ben visibile la cresta che porta al cocuzzolo del Mottac e sulla quale corre l’itinerario. Per arrivarci prendere il sentiero ben visibile che parte in discesa a sx dopo aver seguito per un centinaio di metri l’itinerario per il Tignolino. Si traversa in discesa sotto Tignolino e Testa di Menta e poi cominciano i saliscendi che portano poco sotto la dorsale spartiacque dove si incontra il bivio a dx per Ragozzale, itinerario che si seguirà al ritorno.
Si continua a sx sull’esile sentierino che raggiunge la cresta e faticosamente ma con bei panorami sulle valli del parco procede fino ad aggirare a sx la punta del Mottac e arrivare in vista del bivacco posto in splendida posizione su un belvedere naturale verso la val Grande e il lago Maggiore (1690, circa 2 ore e 30).
Per un panorama ancora più completo si può salire in pochi minuti sulla punta del vicinissimo Pizzo Mottac (1802). Il bivacco per dormire ha solo tavolato ma è dotato di pentole, stoviglie e stufa con riserva di legna. L’acqua si trova a 50 m. di dislivello più in basso, nel bivacco sono presenti taniche per il rifornimento.
Secondo giorno.
Rifare all’indietro il percorso del giorno prima fino al bivio per Ragozzale e svoltare a sx. Il sentiero prima per cresta poi in traversata sale fino a circa 2020 metri per poi abbassarsi all’Alpe Ragozzale (1906, 1 ora e 30) posta poco sotto la famosa porta del Ragozzale scavata nella roccia per farvi transitare i bovini.
All’Alpe è presente un altro bivacco attrezzato con reti, bombola del gas e impianto di illuminazione a pannello fotovoltaico (attualmente non funzionante). Anche qui acqua più in basso. Saliti alla porta si scende l’ incredibile scala di pietre del lato opposto e si comincia la lunga traversata verso dx che porta all’Alpe Menta posta in un bel ripiano erboso.
Si continua percorrendo a saliscendi le anse della montagna e con un ultimo strappo in salita si arriva all’Alpe Rina (1720, 1 ora e 30) dotata di una freschissima fonte e di un bivacco gestito dagli alpini di Trontano. Tanto le pietre dell’Alpe Menta erano scure quanto sono chiare quelle dell’Alpe Rina.
Sempre a mezzacosta nel bosco si cammina in direzione della dorsale che divide l’Ossola dal vallone che scende dal Tignolino e con l’ultima salita della giornata la si raggiunge.
Panorama superbo sull’Ossola, e verso il Sempione e il Rosa. Un cartello ci indica la via di discesa nel bosco di faggi per Pieso e Parpinasca dove si chiude l’anello e da cui in breve si torna a Faievo (950, 2 ore)
- Cartografia:
- Parco nazionale Val Grande, Zanetti, 1:30.000
- Bibliografia:
- amplia bibliografia sul sito del parco