Il monte Carmo inoltre segna il confine tra Emilia Romagna, Liguria e Piemonte.
Quando si guarda il panorama si hanno i piedi posati in tre regioni.
È un bel percorso sullo spartiacque tra Trebbia e Borbera ed è anche l’itinerario più comodo per raggiungere questa importante cima (Monte Antola). Infatti seguendo i contrassegni con due Cerchi Pieni Gialli si sale dolcemente per prati, si attraversa un boschetto sul lato della Val Borbera, per passare poi sul versante rivolto alla Val Trebbia.
Si attraversa il cancello di un pascolo (se si trova chiuso, richiuderlo dopo il passaggio), subito dopo si passa accanto ad una piccola croce per arrivare ad una selletta con un tavolo e la panca. (1510 m) Inizia una leggera salita che tra boschetto e prati porta al versante Sud del Monte delle Tre Croci. (1560 m) Subito dopo una discesa si raggiunge il Passo delle Tre Croci (vedi foto). (1495 m)
Volgendo lo sguardo a sinistra si possono notare tre croci di legno. Si racconta che tre uomini tornando a Caprile dalla pianura padana, il mese di marzo, furono colti da una tempesta di neve con un vento gelido che impedì a loro di proseguire. Giunti sulla sella furono sepolti dalla neve. Questo vento gelido ancora oggi è chiamato, dalla gente dei monti, “previn” (che abbiamo conosciuto proprio oggi sulla cima del Monte Carmo, con temperature al di sotto dello zero termico).
Proseguendo per la dorsale con i faggi, si scende poi fino ad una selletta incontrando il sentiero a sinistra che proviene da Caprile. (1483 m) Ancora una salita sullo spartiacque e si arriva alla cima del Monte Antola.(1597 m)
È la cima più elevata dell’omonimo parco e si trova sul crinale che raccorda l’alta Valle Scrivia con l’alta Val Trebbia. Nota a tutti i genovesi per le stupende fioriture, (specialmente di narcisi) che colorano i suoi versanti. Tradizionale meta escursionistica, dopo l’abbandono delle due strutture poco sotto la vetta, oramai semidistrutte, un nuovo rifugio è stato costruito nelle vicinanze. Il monte Antola prende il nome dalla parola greca “Anthos” ovvero fiore.
Le copiose fioriture che ricoprono le sue pendici lo colorano di rosso, giallo, bianco e blu a seconda della stagione. Inoltre fin dai tempi lontani, l’Antola era rinomato per le erbe aromatiche e medicinali che crescono sui suoi pascoli. Esiste un’erba medicinale che nel linguaggio locale prende il nome di erba d’Antua, che ancora in un passato non lontano, veniva impiegata nella preparazione di infusi da usare come antiveleno nella cura del morso delle vipere.
Già nel Medioevo era frequentato dai mercanti , pastori, viandanti e coloro che raccoglievano erbe medicinali. Oggi l’Antola è meta molto amata dai Genovesi attratti dal suggestivo panorama che offre la visione incomparabile delle Alpi e del mare fino alle coste della Corsica.
Arrivati alla fine del nostro percorso sulla vetta dell’Antola, si può decidere di pranzare al rifugio, che è raggiungibile in circa 15 minuti di cammino dopo aver superato la Cappelletta. La Cappella dell’Antola è stata inaugurata il 25 Giugno del 2000 per interesse del Parroco di Propata. Molti anni fa, dal 1895, appena dopo la Cappelletta si trovava l’osteria rifugio della famiglia Musante, composto da sette camere di cui una con porta esterna ad uso esclusivo dei soci del CAI. Questo rifugio rimase operativo anche dopo la guerra fino al 1979. Dal versante Sud Est del Monte Antola si può ammirare la Valle del Brugneto con il suo vasto bacino 25 milioni di metri cubi, realizzato tramite la costruzione di una diga lunga 260 metri ed alta 80 metri, iniziata nel 1957, allo scopo di fornire acqua potabile alla città di Genova. Sommersi dall’acqua giacciono i paesi di Casoni e Frinti le cui case furono smantellate e ricostruite nei paesi limitrofi.
Il percorso parte e ritorna per lo stesso sentiero, dal Passo delle Capanne di Carrega (1367 m) dove l’omonimo agriturismo può servire un pasto caldo in caso di desiderio.
Dal Passo si può proseguire per il Monte Carmo, che si vede svettare proprio a fianco della struttura agrituristica.
Quasi trecento metri di ascesa per giungere la cima del Carmo 1641 m. percorribili tra un tratto di bosco iniziale e un più ripido sentiero terminale tra i prati completamente sgombri da alberi che conferiscono una visone a 360° di grande respiro.
Merita non rinunciare a questa ultima ora tra andata e ritorno (prendendola comoda).
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Grazie al contributo di Csesia per la descrizione dell’Antola.
- Cartografia:
- F.2/F.3 - Le vie del sale dall'oltrepò pavese al mare