Montagna dalla forma imponente e caratteristica. Vista da lontano, per esempio dalle spiagge di Piscinas e Scivu, assomiglia ad un mega torrione dolomitico dall'apparenza severa.
In realtà la salita alla cima prevede difficoltà escursionistiche (E fino alla cresta, EE la parte di rocce e sentiero ripido finale), occorre utilizzare le mani per 4-5 volte ma non si tratta di vera arrampicata. L'esposizione è modestissima e presente per brevi tratti poco sotto la vetta.
Le forme rocciose eterogenee presenti hanno creato un alternarsi di guglie e torrioni che, insieme ai grandi alberi presenti dalle pendici fino in vetta, contribuiscono a rendere unico l'ambiente di salita.
Partenza bizzarra: dal parcheggio dell’agriturismo ci si porta al cancello dell’ovile. Segno bianco-rosso sul palo di sostegno. Una volta aperto lo si attraversa in direzione della montagna portandosi su una marcata carrareccia. Ricordarsi di richiudere il cancello. I cani da pastore presenti sono mansueti e innocui.
Seguire la carrareccia in leggera salita in direzione NE. Giunti ad un bivio prendere la strada di destra (ometto), poco più avanti la salita si fa decisa. Dopo un cancelletto rudimentale (da aprire e richiudere con attenzione) si arriva ad una baracca crollata, quest’ultima ben visibile già dal basso.
Appaiono ogni tanto dei segni bianco-rossi, davvero troppo pochi per essere utili. Il sentiero sale adesso molto ripidamente fino alle prime rocce.
Nei pressi di alcuni incavi e piccole grotte sono presenti le targhe in bronzo della via Crucis. Più si sale più è chiaro che arrivare in vetta non sarà un’impresa ardita come può sembrare ad inizio gita. La traccia è evidente ed il panorama si apre verso il Mar di Sardegna e la paradisiaca spiaggia di Piscinas e buona parte della Costa Verde.
Ignorate un sentiero sulla destra (salendo) che scavalca un muretto a secco e scende verso Genna Fiore e il Monte Maiori. Si affrontano roccette e alcuni tratti di terriccio molto ripido, porre attenzione soprattutto in discesa. In breve si arriva alla cresta sommitale con qualche passo in cui occorre usare le mani più per sicurezza, vista la leggera esposizione, che per reale necessità tecnica.
Sorprende la quantità di grandi alberi presenti in vetta, lecci e olivastri per la maggior parte. La traccia raggiunge la vera vetta (bandiera italiana e crocifisso) passando in uno splendido bosco e toccando la capanna in cui pregò Fra Nazareno. In quest’ultima è stato costruito un’altare ed è presente il libro di vetta in uno zaino.
Una volta in cima il panorama spazia dalle spiagge della Costa Verde, in cui spicca Piscinas e le due immense dune, i faraglioni di Buggerru, la pianura/bonifica di Arborea, la Giara di Gesturi, lo stagno di Marceddì, la città di Cabras, la penisola del Sinis etc etc etc. Più vicino si distingue il Monte Arci, il Monte Linas e la costa con il blu intenso del mare.
Discesa dallo stesso itinerario. Esiste la possibilità di un lungo anello che passa da Genna Fiore e il Monte Maiori ma non lo abbiamo verificato. Immancabile a fine gita un bagno ristoratore nell’incantevole mare della Costa Verde a soli 15 minuti d’auto dal parcheggio!