Bella via in un posto spettacolare.
Partiti dall’ottimo Rifugio Bozano, dopo aver seguito il tubo dell’acqua, siamo riusciti a non pestare neve per accedere alla cengia (terreno non proprio fantastico, meglio legarsi. Ad inizio stagione indispensabili scarponi e ramponi). Dopo aver oltrepassato il primo grosso sperone (Promontoire) si arriva a due speroni molto vicini, quello di sinistra, più affilato e frastagliato, è il Campia e quello a destra, più continuo e che impenna decisamente verso la fine, è il Salesi (osservare bene la parete da sotto).
La scalata è molto divertente e alterna tratti facili e scorrevoli a un paio di tratti più “difficili”.
Ci siamo portati dietro più materiale del dovuto che è rimasto in parte nello zaino. Usato una serie di friends da 0.3 a 2 BD più lo 0.1, 6 rinvii (alcuni allungabili), qualche cordino e un’intera da 60. Dove non si riuscirebbe a proteggere bene ci sono degli ottimi chiodi (circa 15 su tutta la via). Utile un pò di cordino da abbandono per sostituire quelli dell’ultima calata e in caso di emergenza.
Si riesce a salire tutto lo sperone con le scarpe da avvicinamento ma le scarpette potrebbero tornare utili sul torrione dopo la stretta forcella e dopo l’ultima (e nostra unica) calata.
Superato l’imbuto terminale slegati cercando di stare sulle placche più compatte. Non ci siamo spostati sulla parte terminale del Promontoire perchè non sembra il massimo.
Non sottovalutare la discesa perchè molto esposta e lunga anche se facile. Se si seguono gli ometti e le fisse non ci si può sbagliare. Non abbiamo pestato neve neanche qui. Quando si arriva al Passo dei Detriti forse non conviene scendere lungo la prima traccia ma più a sinistra per prendere subito il vago sentiero. Da qui lungo e marcissimo canale più pietraia fino al Remondino.
Con Eli