La Via Rossa (per i locali “Rusa”), zona Salbertrand-Eclause, è una mulattiera costruita dagli alpini nel primi anni del 1900 per mettere in comunicazione le fortificazioni militari del Pramand/Jafferau con le fortificazioni di Casses Blanches/Clopaca/Galambra. Sulla cartina IGC è il sentiero 541/539, sulla cartina FRATERNALI N28/UB.
La vera partenza della via sarebbe dal colletto della Chabriere posto più a nord e più alto delle grange Hubert, tuttavia da queste si risale, per sentiero sulla destra (subito dopo il parcheggio prima delle baite), il bosco per pervenire in circa venti minuti nell’ampio vallone del rio Gironda. Lo si percorre seguendo il torrente fino ad incrociare l’evidente sentiero (sx orografica) che arriva dal colletto Chabriere. Da qui iniziano una serie di tornanti che ci portano rapidamente in quota, su sentiero erboso, quindi in diagonale verso sud-ovest si percorre la parte sottostante del Peirous (canne d’organo) e del Vallonetto, ben visibile a destra il vallone che conduce al colle omonimo con il persistente glacio-nevato nella parte finale.
Il sentiero si fa sempre più incassato nella selva di torrioni e bastionate sovrastanti fino ad arrivare nel vertiginoso vallone del Rio Secco che si attraversa con breve passaggio su roccia (fortunatamente non esposto).
Da questo punto in avanti, causa l’erosione degli agenti atmosferici, il percorso si fa sempre più emozionante per l’esposizione della via e gli stretti passaggi a disposizione (per circa duecento metri). Bisogna prestare attenzione ma si riesce ugualmente a passare in luoghi la cui prospettiva, da lontano, farebbe apparire invalicabili. Recentemente due iscritti della sezione CAI di Salbertrand hanno ripristinato, nei punti più malmessi, la via.
Finita la parte più difficile si percorre, dopo aver contornato l’ultimo torrione, la ripida rampa finale che conduce al colle dell’Argentera. Ritorno per lo stesso percorso oppure discesa nel vallone del Seguret. Escursione caratterizzata da grandiosi panorami e da sensazioni di ampio respiro, porre attenzione nel tratto più difficile, sconsigliata vivamente in caso di pioggia o nebbia. In compagnia di Renato Eydallin di Sauze d’Oulx, vero amante della montagna, cui vanno i miei ringraziamenti.