- Accesso stradale
- In auto sino a Planaval
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo non portante
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 1700
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
- Traccia GPX
Siamo partiti dal ponte sul Torrente Grand Eau di Planaval sci ai piedi, ed abbiamo percorso il fondovalle in direzione nord, che poi sale gradatamente verso la baita di Les Ecules. Abbiamo quindi risalito il primo angusto canale che parte a quota 2.100 e porta sui primi ampi ripiani superiori a quota 2.350: la copertura nevosa è purtroppo esigua, appena sufficiente a risalire con gli sci (ma sono consigliabili i coltelli) oppure con i ramponi. Dopo il canale continuiamo in direzione dell’Aguille d’Artanavaz su traccia sempre evidente, e non sono più necessari nè i coltelli nè tanto meno i ramponi sino alla vetta. Gli ultimi metri per raggiungere la cima sono privi di neve, e sono comunque comodamente percorribili a piedi in pochi minuti. Dalla vetta l’affaccio sul Monte Bianco e sulle Grand Jorasses è davvero spettacolare, ci godiamo perciò il panorama, poi cambiamo assetto e ci accingiamo alla discesa.
I primi pendii sotto la vetta hanno una leggera crosta da rigelo non portante, sciabile ma non molto divertente. Poi la pendenza diminuisce, e si attraversa un tratto abbastanza lungo in piano per poi imboccare un canale ampio e con pendenza moderata: sui versanti esposti a sud-est cominciamo a trovare neve trasformata sempre più bella e sciabile mano a mano che si scende, sino a raggiungere nuovamente una lunga parte in piano, con un paio di dossi da risalire a scaletta per imboccare l’angusto canale tra quota 2.100 e quota 2.350. Durante la discesa troviamo neve trasformata, ma la scarsità della neve e la presenza di pietre affioranti non consentono una bella sciata: alterniamo tratti in pura derapata a curve strette e, nel punto più angusto, qualche passo a scaletta tra erba e pietre per non togliere gli sci. Una volta terminato il canale, finalmente troviamo la miglior neve trasformata della gita, ma man mano che si scende le pendenze diminuiscono e aumentano le pietre ed i tratti scoperti, e la sciata perde di piacevolezza sino a diventare un mero attraversamento di pendii pianeggianti per raggiungere nuovamente Planaval.
Oggi finalmente ritorno allo sci-alpinismo dopo la convalescenza per l’infortunio alla mano, in compagnia dei Confratelli Andrea l’Occitano ed Andrea l’Arpitano. La salita si è rivelata più faticosa ed impegnativa di quanto il dislivello lasciasse presagire, ed il manto nevoso in discesa è stato bello solo a tratti, tuttavia l’ambiente e soprattutto il panorama dalla vetta in una giornata di sole splendido ripagano ampiamente. Dopo la gita, come da tradizione, lauto pranzo e consone libagioni