Si lascia l’auto alle Meschie o, se la strada non è stata ancora aperta, a Pradeboni o da una borgata intermedia.
Dalle Meschie si devia a destra (cartello “Anello degli alpeggi/Stalle Artondù”) e si percorre un’ampia pista forestale per poche centinaia di metri fino ad arrivare ad un grande slargo, qui giunti si abbandona la pista (che prosegue a sx) e si svolta decisamente a dx salendo ad una casa in pietra (q.1180 m. circa) dapprima poco visibile. Si fiancheggia la casa e si svolta a sx seguendo un ampio sentiero che si addentra in una pineta a tratti molto fitta (qui neve sempre scarsa per alcune decine di metri).
Il sentiero (nonostante la neve, alcune tacche rosse-bianche si vedono) attraversa un torrente e sale ripido in una gola boscosa del vallone dell’Artondù incontrando in altri punti il torrente fino a sbucare su terreno aperto (grande roccione allungato a sx) . Si sale su questo pendio pascolivo sempre più aperto incontrando via via ruderi di piccole borgate; arrivati all’ultimo nucleo (Stalle Artondù Soprane, quota errata su palina: 1380 m., quota rilevata: 1470 m.), si fa un traversone a dx portandosi sulla displuviale con la Valle Josina, si svolta quindi a sx arrivando in breve alla Sella dove c’è un rudere (Gias della Sella), da qui, svoltando a dx si arriva in pochi minuti sulla panoramica cima dell’Artondù.
DISCESA
Giù per gli ampi pendii fino alla gola dove potrebbe essere necessario togliersi gli sci per attraversare il rio o per scarsità di neve in alcuni tratti di bosco fitto, poi in breve si arriva sulla pista forestale.
- Cartografia:
- IGC 8-Alpi Marittime e Liguri
- Bibliografia:
- Le Nevi del Marguareis (Renzo Dirienzi) – Primalpe Ed.