Dalla borgata Roncore, alla chiesetta, superarla a destra e salire il prato sulle tracce di mezzi agricoli. Giunti al bosco si incontra la traccia del sentiero, con segni rossi sui massi un pò sbiaditi, che sale pianeggiante, passando vicino a dei ruderi di baite ed un grosso masso con la scritta “Eugio” e relativa freccia; si arriva in breve al ponte sul rio Eugio, con una bella cascata, poi si sale ripido sul lato opposto, pilone votivo, su sentiero dapprima scalinato, poi sotto il bosco di castani. Il sentiero scorre alto sul torrente si inoltra nel vallone passando sotto alcuni enormi massi ed asperità rocciose. Poi piegando un pò sinistra si continua a salire, toccando prima la borgata di Balmetta m. 1050, poi la borgata di Vesolo m. 1122. Ancora un po’ di salita dietro Vesolo, poi il sentiero inizia un traverso verso destra che porta al Rio Eugio, lo si attraversa su un ponte, risale lato opposto in leggera salita nel bosco di faggi, dopo una cinquantina di metri, si abbandona il sentiero segnato, si svolta a destra e si inizia a risalire una piccola dorsale, sempre sotto il bosco di faggi, poco dopo si giunge ad un minuscolo canale, attraversarlo e risalire la dorsale a destra del canalino; man mano che si sale i pendii aumentano di ripidezza ed occorre avere molto intuito a progredire fra aggiramenti rocciosi placche inclinate fino a giungere ad un piccolo rudere di baita a quota 1535 nascosta dalla vegetazione. A monte del rudere scorre orizzontalmente una traccia di animali che occorre seguire fedelmente sotto un fitto bosco di noccioli arrivando ad un piccolo rio; il percorso di questo tratto è veramente infame in quanto la progressione avviene per la maggior parte a carponi o posizioni similari, sotto il fitto bosco di noccioli. Superato il piccolo rio si risale una piccola balza con dei grossi faggi si prosegue il traverso nel bosco più rado, quindi si scende di una decina di metri ad attraversare il Rio Force e si risale un canalino semiboscoso sul lato opposto che conduce sopra una grande balza rocciosa. Quest’ultimo è da ritenersi un passaggio obbligato, in quanto in alto il passaggio è sbarrato da un a grossa placconata ed in basso è tutto un susseguirsi di precipizzi. Ora su traccia di sentiero comoda si raggiungono dei ruderi di baita ed in alto a sinistra compare una bella torretta in pietra; risalire il pendio erboso in direzione della torretta giungendo alle baite dell’Alpe Fo sup. m. 1745, continuare a salire in direzione di una seconda torretta in pietra giungendo alle baite dell’Alpe Force, m. 1980, risalire dietro le baite aggirando a sinistra la sommità della protuberanza erbosa, giungendo al tracciato del sentiero GTA e da questo in breve all’ometto di Monte Arzola.
Discesa ora sul sentiero GTA fino alla nuova palina segnaletica del Pian Chermisù, piegare a destra e scendere su pendio erboso alle baite La Croce, poi puntare al muro in pietra secco della dorsale sottostante, seguire quest’ultima in discesa fino ad un colletto dove inizia il sentiero di discesa verso Barelli; seguire il sentiero segnato con bolli di vernice rossa e giunti a quota 1300 circa piegando a destra si raggiunge la borgata Curlo, m. 1275, spostarsi ora verso ovest, verso il ciglio del vallone dell’Eugio e scendere la larga dorsale boscosa fino a giungere sulla calotta rocciosa del Bric di Scialva, m. 1139. Dirigersi ora a destra (sx idr) fino a trovare un canalino con degli arbusti che ora tornano utili come appigli per scendere il breve passaggio, piegando ora nel bosco leggermente a sinistra si rintraccia una scarna traccia di sentiero che scende tutto il bosco fino a congiungersi alla vecchia mulattiera che porta al borgo della Trucca, m. 861, da questa seguendo il sentiero verso ovest si scende ad intercettare il sentiero di salita poco sopra la borgata Roncore chiudendo il percorso ad anello.
- Cartografia:
- MU Edizioni - Carta della Valle Soana