Il Rifugio Tavri è di proprietà dell'EOS (CAI) di Chanià, presso il quale sono custodite le chiavi, ma non ha una vera e propria stagione di apertura.
Si attraversa il pianoro di Niato verso il colletto al suo estremo settentrionale. Al colle (primo paletto dell’E4) si prosegue sulla sterrata fino al suo termine e al raggiungimento di una grande cisterna in uno spiazzo laterale. Circa a metà strada fra colletto e cisterna, si notano sulla sx i pali del vecchio tracciato dell’E4, che vanno però trascurati. A monte dello spiazzo, un primo palo giallo-nero con segnale E4 indica l’inizio della nuova traccia. Seguendo ometti, segnavia su massi e gli strategici pali, con percorso in leggera ascesa dapprima nel bosco e poi su terreno aperto, prevalentemente di grandi placconate e brecciolino, si aggirano le pendici del Fanari e dopo un lunghissimo traverso (sconsigliato con neve), si arriva ad un colletto (quota 1630) da cui si vede il Colle di Koutalà Selì. Continuando in direzione Ovest, in circa mezzora e con un ultimo strappo più ripido, lo si raggiunge.
Si abbandona l’E4 e ci si innalza a destra per la dorsale sud del Monte Koutalàs. Si aggira a sx una dolina e si mette piede in breve sull’anticima. Si prosegue in direzione NO, scendendo e poi risalendo alla vera cima (q. 1995). Qui il crestone si fa meno ripido e invita a continuare per la vetta non nominata di quota 2070, formata da tre piccole cime, sulla più alta delle quali vi è il segnale trigonometrico dell’esercito greco. La dorsale compie un ampio giro e, con diversi saliscendi e aggiramenti di doline, mantenendo in generale la direzione Ovest, tocca il suo punto di massima elevazione (mt. 2100). Da qui si segue lo spartiacque ancora verso Ovest, e si rimane per un lungo tratto più o meno alla medesima quota (impressionanti i pendii di ghiaioni ai lati), scendendo infine alla depressione di Sideroportì (palina E4).
Si torna sul tracciato dell’E4 (segnavia giallo-neri) che, con traverso in direzione ESE, conduce al colletto alla base dell’Askyfiotikos Soros. Si abbandona nuovamente il sentiero e si risale faticosamente il pendio N del monte (qualche tracciolina fra i detriti) fino alla vetta (mt. 2213). Quindi si scende dalla parte opposta su terreno ripido e infido, sfruttando eventualmente gli affioramenti obliqui di roccia più salda. Arrivati alla base dell’Askyfiotikos, si continua lungo l’ampia dorsalona progressivamente verso SSE, oltrepassando due piccoli rilievi rocciosi e puntando ad un ultimo castello dove le dorsale finisce. Si aggira con attenzione quest’ultima formazione rocciosa alla sua base sx (breve passaggio che richiede l’uso delle mani) per portarsi sul pendio dal quale si accede ad un altro crinale che separa due vaste depressioni.
Si attraversa così la zona più aspra e inquietante della valle di Mavri Lakki, dove si susseguono doline, voragini e fenditure profonde nella roccia, la cui colorazione e natura varia passando dal bianco scintillante al nero al color terracotta.
Con saliscendi e poi moderata salita si giunge in vista del colle che mette in comunicazione la valle di Mavri Lakki con la dolina erbosa in cui transita l’E4 proveniente da Sideroportì.
A questo punto si cambia direzione e, discendendo verso Sud, con ampio semicerchio dx-sx si aggira la depressione che ci separa dal colle (qualche tratto di consistenti tracce di animali aiuta nella progressione). Al colle si può scendere nella dolina congiungendosi all’E4, oppure senza perdere troppa quota traversare più in alto e immettersi sull’E4 solo poco prima di Koutalà Selì. Per stessa via dell’andata si rientra poi a Niato.
- Cartografia:
- Crete 11.11/11.12 Lefka Ori - Topo 25 Anavasi - 1:25000