- Accesso stradale
- Tetti Gaina
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Farinosa ventata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
Partito da Tetti Gaina alle 4.40, prendo il ponte della Vagliotta e seguo i cartelli per Bivacco Gandolfo. Il sentiero nella parte “asciutta” è ottimamente segnalato, se non mi sono perso io con una torcia in bocca, ce la possono fare tutti. Dopo un’ora si mettono gli sci ai piedi, neve portante. Ieri sera quando ho visto la gita già fatta ho bestemmiato abbastanza, in realtà non conoscendo il luogo la traccia presente mi ha aiutato a non incasinarmi. In pratica si sale abbastanza diritti per poi spostarsi abbastanza a sinistra in zone cascatose, per poi all’altezza del Gandolfo e della boschina riportarsi a destra.
Comunque in tre ore sono al conoide, ramponi e su. Altre due ore e sono al colletto. Le tracce presenti aiutano per la direzione, non per diminuire la fatica, in quanto dove le tracce di Robi a causa del vento sono sollevate dalla superficie nevosa, io sprofondo fino al ginocchio ed oltre nella farina compressa toccando il fondo.
Per fare gli ultimi 70 metri impiego mezz’ora; vado alla puntina a sinistra del colletto e appare il canale E, molto simile alla Breche Cordier, bellissimo ed estetico.
Allora già sognando un colpaccio scendo rapido fino all’ultima biforcazione e risalgo il ramo destro, intonso con neve inconsistente su roccette per nulla banali, fino ad un altro colletto con meringhetta; il canale E rimane ben più spostato ed è ravanoso raggiungerlo.
Quindi retrofront e scendo questa variante, ripida e cattivella (credo di avere fatto al massimo 10 curve in circa 90 metri di dislivello), poi il canale si allarga e la sciata diviene “relax”. Passo una strettoia in cui passo al pelo con gli sci da 171 cm, poi scendo ancora fino ad incontrare un tavolaro solitario di cui avevo già visto la firma sulla Forcella dell’Argentera.
Ancora un tratto “relax”. Poi il traverso, in salita abbastanza psicologico, in discesa tranquillo ma molto esposto. Poi l’ultima rampa, saranno 30 metri ma molto ripidi, impegnativa psicologicamente da scalettare in quanto c’è in ordine parete rocciosa, mezzo metro di neve buona, ed il resto in neve dura ghiacciata. La gamba a monte si stanca presto, comunque anche questo passaggio “chiave” è superato.
Il conoide è super, farina compressa. poi tratto di crosta ventata nella boschina, quindi trasformata ottima fino al punto dove si mettono gli sci. Poi rapida discesa
Secondo me è alla frutta, 3 passaggi si sentono e soprattutto nel tratto finale, aspetterei la prossima nevicata.
Da solo.
Grazie a Robi per la conoscenza del percorso migliore per salire e per aver messo il naso, anche se mi ha tolto un bel po’ d'”ingaggio”, complimenti per la decisione di scendere il pezzo chiave sci ai piedi, ci avrei riflettuto abbastanza. Però contento, la picca è rimasta nello zaino,
Ho capito perchè nessuno mi ha accompagnato oggi… tutte le piole della valle chiuse!