Sale un impressionante diedro di 200m, tutto in dulfer e da proteggere! In via quasi niente a parte le vecchie soste da rinforzare. Il giro completo uscendo in cima impegna per una lunga giornata!
Portare fornita serie di nut (anche molto grossi) e doppia serie di friend fino al C4 n3, un n4. Avere tripli il n1, 2 e 3 può regalare piacevoli sensazioni… magari chiodi e martello. Guantini da incastro inutili, è tutta dulfer!
Da affrontare solo dopo lunghi periodi di asciutto.
La relazione della guida di Versante Sud è completamente errata, molto meglio quella della nuova del Gaddi (Regno del Granito vol. unico) e la mia...
Circa 10 minuti prima del grande pianoro, 50 metri dopo un belvedere di roccia con croce e panchina di legno (circa 2h e 30’), non fare il tornante ma proseguire dritto tra gli arbusti, passare il fiume in una pozza (ultima acqua disponibile) e seguire in piano la debole traccia (ometti) per 10 minuti.
Poi gli ometti fan risalire un costone fin all’altezza dell’evidente attacco della via, che si raggiunge in piano per massi e gande (45’ dalla croce).
L1: salire per balze erbose (II) e superare un diedrino evidente (IV+), 40m. Sosta comoda su terrazzino alla base del diedro, due chiodi a sx da rinforzare ed un inutile spit a dx.
L2: non si può sbagliare, su per il diedro (VI e VII) tutto in dulfer con pochi riposi, un nut e due chiodi incastrati, 45m. Sosta comoda in cima ad un pilastrino sulla placca di dx, due chiodi rinforzabili solo con un altro chiodo.
L3: ancora per il diedro ora più facile (VI), 20m. Sosta comoda nel diedro, spit + chiodo da rinforzare.
L4: il tiro chiave. Salire tutto il diedro e traversare a dx fino alla fine del tetto (VI+, VII e VII+), 55m. La seconda parte del diedro è perennemente bagnata e viscida, il che rende la progressione una vera lotta. Stupendamente lavorata la placca dx del diedro, con molte conchette per i piedi (bagnate ovviamente!). Si incontra a metà una vecchia sosta marcia, da evitare assolutamente. Sosta scomodissima appesa ad uno spit in cancrena e due nut, da rinforzare con BD C4 n1 e 0.4 e nut.
L5: serie di lame molto belle (VI e VI+), 45m. Sosta appesa un po’ più comoda di prima, spit ed eccentrico da rinforzare a friend.
L6: salire la larga lama sopra la sosta e sostare alla base di un diedrino (VI), 20m. Sosta comoda su due chiodi, da rinforzare a friend.
Da qui la via originale prosegue verso sinistra per quattro tiri, due di VI e due più facili, sbucando sulla cresta.
Se si vuole scendere in doppia, da S6 spostarsi a dx su cengetta erbosa ed al suo termine scendere una placchetta ed arrivare alla sosta a spit di Lapislazzuli, dalla quale si scende in doppia. Tiro expo x il secondo, piazzare qualche friend mentre si scende, sarebbe meglio mettere un chiodo a fine cengia con cui restare assicurati dall’alto.
DISCESA: 3 possibilità:
1) se si arriva in cima seguire la cresta lungamente verso monte fino alla sommità maggiore, poi un canalino di erba scende in val qualido e si riguadagna il sentiero roma. Oltrepassare il passo dell’averta e scendere x massi e gande alla base della via.
2) Da Lapislazzuli sono 5 calate in doppia, tutte lunghe e le prime 3 oblique verso sx (viso a monte), su soste a spit vecchi. Dalla prima doppia si atterra su una cengetta erbosa in mezzo ad una placca, la successiva è poco visibile, su un ballatoio sul filo di uno spigolo (c’è una sosta intermedia), poi molto a sx su cengia erbosa sotto un tetto, poi 2 doppie a piombo fino a terra.
3) È possibile scendere in doppia agevolmente dalla via (se ci si fida delle soste) da S4, poi alto rischio incastro.
- Bibliografia:
- nel regno del granito - gaddi