Ciò che, dal fondovalle, non si ha la possibilità di apprezzare, è, invece, questa magnifica traversata, la cui eleganza è sicuramente pari a quella della montagna su cui si svolge e superiore a quella di qualsiasi altro itinerario della zona. I valloni di Chalamy e Ponton comunicano tra loro attraverso il Colle Varotta (2589m), ampia insellatura che separa il Mont Ruvi (2922m), a nord, dall’ Avic a sud.
Da quest’ ultima scende sul Colle Varotta una cresta, orientata a nord, che in alto si trasforma in ampio pendio sopra il quale si trova il roccioso edifico sommitale della montagna che, in partica, si presenta come una cresta orientata in senso est-ovest. Il tratto di cresta subito a monte del Colle Varotta è, invece, ripido e stretto, non facilmente percorribile con gli sci. Per raggiungere la vetta dell’ Avic e realizzarne la traversata dal vallone di Chalamy a quello di Ponton, non ci si può, pertanto, servire del Colle Varotta, ma, in salita, bisogna puntare ad un’ insellatura più a monte, l’ultima prima dell’ ampio pendio finale della cresta nord dell’ Avic.
A questa insellatura giungono tanto da est (Chalamy) che da ovest (Ponton) due ampii canali, non troppo ripidi, percorribili in sci. Dall’ insellatura si supera senza particolari difficoltà l’ ampio pendio terminale della cresta nord, spesso di neve ventata (utili i coltelli), fin contro il roccioso edificio sommitale della montagna, alto un centinaio di metri.
Se non se ne rinuncia alla salita, sarà bene avere con sé i ramponi ed uno spezzone di corda di una ventina di metri di cui ci si servirà per la discesa di una placca che in condizioni normali presenta difficoltà di II grado. Il piccolo vallone che adduce al Colle Varotta dal versante est non ha nome sulle carte, ma al suo inizio si stende un piccolo pianoro di origine glaciale, noto come Pra Oursi (1791m), dal quale si transita per recarsi al colle.
Infine, il vallone di Ponton sembra disegnato apposta per il piacere degli sciatori presentando una grande varietà di ambienti: dagli ampii pendii sottostanti il suo imbocco allo stretto canale (con le sue gobbe che sembrano disegnate apposta per il freestyle!) che si apre sul pianoro al suo termine.
Una discesa assolutamente da fare! Le carte e le guide indicano due sentieri che percorrono il vallone di Ponton: quello che si mantiene sulla destra orografica, attraversando alcune zone franate, non è percorribile in sci. Bisogna pertanto evitare la forra al fondo del vallone servendosi del sentiero che tenendosi sul versante opposto scende a Chervaz. Importante non confondere il canalone che sbocca sul pianoro al fondo del vallone di Ponton con la forra sottostante detto pianoro: obliquando verso sinistra al di sopra del canalone si finirebbe, infatti, sopra alcuni salti del versante est della Punta Chermontane.
Il percorso del Vallone di Ponton fino al pianoro è, tuttavia, molto evidente e si svolge essenzialmente lungo il suo fondo.
Itinerario in salita: da Veulla, seguire la carrareccia che costeggia a monte l’ abitato, fino al bivio per il Barbeston ed il Colle Varotta.
Seguire quest’ ultima diramazione, superando il pianoro glaciale di Pra Oursi ed imboccando il piccolo vallone che scende dal Colle Varotta (2589m). Si risale quest’ ultimo fino a quando diviene evidente sulla sinistra una diramazione che conduce ai canali che sfociano sulla cresta nord dell’ Avic.
A questo punto si può giungere anche deviando più in basso dall’ itinerario che sale al Colle Varotta, lungo un piccolo vallone che conduce sul costone che separa i valloni che scendono rispettivamente dai colli Varotta e di Raye Chevrére (tra l’ Avic e l’ Ivertaz): si risale detto costone quasi fin contro la rocciosa parete est dell’ Avic quando, scavalcando una crestina sulla destra, ci si porta all’ imbocco del canale che sfocia all’ insellatura della cresta nord sottostante il pendio terminale dell’ Avic.
Questo canale, osservando dal basso, è l’ ultimo sulla sinistra ed è il meno ripido tra quelli che portano in cresta. Risalitolo, si supera il pendio che si esaurisce contro il roccioso edificio sommitale dell’ Avic. Quest’ ultimo si supera lungo la cresta est che presenta all’ inizio una placca di II grado che in discesa può essere ripercorsa con una breve corda doppia (anello di cavo metallico con maillon sotto un masso).
Itinerario in discesa: dalla base dell’ edificio sommitale si ridiscende l’ ultimo pendio della cresta nord fino all’ insellatura su cui sbocca il canale percorso in salita. Abbandonare la cresta ed abbassarsi sui pendii del versante Ponton obliquando progressivamente verso sinistra, in pratica sino a portarsi sulla verticale calata dalla vetta dell’ Avic.
Raggiungere il fondo del vallone di Ponton, che, inizialmente molto ampio, si rinserra progressivamente fra il selvaggio versante est della Punta Chermontane (2680m), versante che sembra celare alcune interessanti cascate ghiacciate, ed i salti ed i macereti del versante ovest dell’ Arête de Ponton.
Da ultimo, il fondo del vallone si trasforma in canalone che al termine si apre in un ampio pianoro. Sotto questo pianoro il vallone di Ponton non è percorribile perché la forza erosiva del torrente ha fatto franare il terreno creando una stretta forra.
Deviare quindi progressivamente verso sinistra fino ad imboccare il sentiero che, tenendosi inizialmente ai margini del terreno franato, consente di raggiungere l’ alpeggio di Chervaz (1206m), al quale giunge, da sinistra, una carrareccia, chiusa di inverno, proveniente dalla strada che sale verso la Val Clavalité (dove si può lasciare l’ auto in alternativa a Thuy).
Da Chervaz, abbassandosi lungo un sentiero, si giunge in breve a Thuy d’ en haut (949m) dove giunge, da destra, la carrozzabile che sale da Chambave ed Arlier.
Detta carrozzabile è asfaltata fino al ponte che attraversa il torrente Ponton, al termine della forra formata da quest’ ultimo, dove conviene lasciare la vettura e dove si perviene in breve dall’ abitato di Thuy.
- Cartografia:
- IGC Ivrea Biella Bassa Valle d' Aosta
- Bibliografia:
- Guida dei Monti di Italia Emilius-Rosa dei Banchi