Avic (Monte) Via Normale da Veulla per la Cresta Ovest

E fu la volta dell’Avic. Siamo saliti (io e il desaparecido Marco) in circa 4 ore, lungo lo spostamento iniziale senza prendere molto quota, poi per evitare il lungo giro dal colle Raye Chevrere, giunti lungo la mulattiera nel pianoro di quota 2450 m abbiamo imboccato il canale (ometti, alcuni visibili altri da cercare) con tanto di traccia nel conoide. Il canale non va percorso interamente (si può fare ma le pareti sovrastanti non sono simpatiche), ma giunti ad una strettoia si devia a destra (ometti) su un evidente e comodo terrazzo erboso-detritico, che con qualche svolta dà accesso al ripiano con laghetto sotto il versante sud dell’Avic.
Da qui salita rapida e ripida fino al colletto sulla cresta ovest, dove inizia la parte alpinistica.
Se si seguono gli ometti il percorso non risulta particolarmente ostico, ci sono molti punti in cui si devono superare passi di I e II ma i passaggi difficili non sono mai esposti, anzi di punti esposti ce ne sono pochi. La roccia è abbastanza solida e ricca di appigli, è sempre bene però controllare la solidità dell’appiglio scelto. Si alternano tratti di arrampicata ad altri di sentiero, su ambo i lati della cresta, con qualche punto un po’ delicato causa detrito su cengie, ma basta fare attenzione. L’ultimo tratto si svolge sul versante di Champdrepraz per passare l’intaglio tra anticima e cima, attenzione al terreno non solido (sono presenti sul lato opposto due anelli per fare sicura).
Discesa dal versante di salita, senza usare corda (che avevamo), basta disarrampicare con un minimo di attenzione e non ci sono problemi. Tempo un po’ incerto, con nebbie che andavano e venivano limitando il panorama, per fortuna la pioggia che ad un certo punto sembrava imminente non c’è stata. Discesa molto lunga, è comunque consigliabile usare la scorciatoia nel canale.

altre foto poi su www.lafiocavenmola.it