Badile (Pizzo) – Spigolo Nord

Badile (Pizzo) – Spigolo Nord
La gita
giechk
5 30/07/2024
Accesso stradale
Da bondo

Partiti da Bondo dopo aver lasciato un’auto ai bagni di Masino iniziamo la salita con una bella pezzata seguendo il sentiero vecchio (in realtà interdetto dopo la frana del Cengalo), che si può percorrere relativamente con tranquillità se non si ha troppa paura delle guardie o di fare un puccio nel torrente mentre lo si guada. Arrivati al Sasc fura scopriamo con sorpresa di essere in numerose cordate a percorrere lo spigolo, ma senza fermarci proseguiamo fino all’incirca a quota 2400 m dove troviamo un ottimo posticino per bivaccare e finalmente iniziamo ad alleggerire gli zaini facendo fuori i chili di ottimo cous cous che ci siamo portati dietro.
Dopo una notte stellata, sveglia alle 4:00 e ci incamminiamo, forti della nostra posizione vantaggiosa, verso l’attacco della via, che raggiungiamo senza poche difficoltà dopo aver superato un nevaietto e aver sbagliato strada salendo troppo verso l’alto anziché a sinistra.
Alle 6 siamo all’inizio del primo tiro e nel traffico più totale lasciamo passare un’onda di cordate che salgono in conserva e procediamo col piano: Pie aprirà il primo terzo, io il secondo e Ciac avrà il gran finale.
Di queste prime lunghezze non è la difficoltà a essere elevata, ma la scarsità di protezioni fisse, che riesce a darti una bella sveglia e che decisamente sprona Pie a diventare un esperto di trad e a superare con calma e decisione (nonostante l’essere superato da un Free soloist e altre cordate) anche la famigerata placca Risch.
Dopo il decimo tiro arriva il cambio e a me toccano i tiri centrali leggermente più duri, ma anche spesso più spittati, come il tiro chiave e i due precedenti, che salgono sinuosamente lo spigolo spostandosi da parte a parte e che evidentemente creano anche un movimento sinuoso del mio corpo e dello zaino con la conseguente caduta di una borraccia, una racchetta e qualche madonna.
L’ultimo terzo è invece di Ciac che sfrutta la propria creatività e inventiva per superare tiri non banali e particolarmente esposti, spesso preferendo soste su spuntoni o su friends alle vicine soste con anello per paura di consumarle.
Dell’ultimo tratto in particolare abbiamo trovato quella descritta in alcune guide come un’arrampicata “quasi orizzontale”, più ingaggiosa del previsto, ma che Ciac ha comunque risolto persino con un fantasioso traverso finale prima della grande roccia vicina alla cima e ci ha portato alla cengia terminale descritta nelle relazioni.
Arrivati in vetta alle 19:30 circa siamo più in ritardo di quello che ci aspettavamo, ma seguendo le indicazioni di tre scalatori navigati troviamo velocemente le calate del soccorso sul versante italiano e sfruttiamo le luci del tramonto e quelle delle frontali per raggiungere il nevaio alla base e poi scendere fino alla Gianetti col buio e infine ai bagni dove concludiamo la nostra avventura crollando in auto alle 3:00 circa.

Avventura incredibile sotto ogni aspetto: la lunghezza, la logistica, la bellezza e la stanchezza. Prima vera impresa per questa cordata da 3 che non avrà per ora la velocità tra le sue qualità ma che ha le potenzialità per diventare una vera macchina da scalata. Grazie a Pie e Ciac per il ricordo e per la voglia di rimettersi a pensare il prima possibile a una nuova salita.

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