- Accesso stradale
- Per arrivare a Bondo fare attenzione alla deviazione segnalata con cartello arancione bordo strada appena prima del grosso cantiere sulla strada.
Salita al rif. Sasc Fura: il vecchio sentiero è in buone condizioni, salvo un ponte per attraversare il torrente che non c’è più. Si passa con un guado fattibile, prendere come riferimento il fascio di cavi sopra la testa che passa di là dal torrente. Utile magari una traccia per non confondersi nel pratone con le case.
Rif. Sasc Fura: è un gioeillino (purtroppo anche come prezzi!), si mangia discretamente seppur non abbondante, ha una copiosa fontana di acqua buonissima proprio davanti quindi non serve caricarsi di acqua come dei muli come abbiamo fatto noi. Attenzione a chiedere l’acqua a cena: danno una brocchina del rubinetto e te la fanno pagare 5 franchi, quando basta uscire e prenderla uguale dalla fontana. Colazione dalle 4, ma chi vuole farla prima trova già apparecchiato.
Salita: noi siamo partiti alle 4.20 dal rifugio e arrivati in cima 7 ore esatte dopo. Per l’attacco si pesta qualche nevaio ma niente di complicato. Eravamo almeno 10 cordate a partire dal rifugio, all’inizio dello spigolo c’era un gran casino, ne abbiamo percorso un pezzo in libera e poi ci siamo legati a 15 metri per sorpassare un po’ di persone. Una volta fuori dal caos abbiamo proceduto in conserva protetta a 30 metri (con una mezza doppiata) fino in cima. Usate scarpe da avvicinamento, una serie completa di friends più 13 rinvii (forse ne basterebbero meno ma avendo in programma di fermarci due giorni al Gianetti a scalare serviva quel materiale) e un’altra mezza nello zaino che è risultata comoda per le doppie del rientro dalla via normale (e che ovviamente ci serviva per i giorni successivi). Dopo un’ora di pausa in cima a godere del panorama (e di meritato pane e formaggio!) siamo scesi per la normale, la prima parta disarrampicando poi seguendo le doppie. In totale 2h40 dalla cima al rifugio Gianetti.
Considerazioni personali: non ci aspettavamo una roccia così tanto bella su tutto l’itinerario. Siamo rimasti entrambi entusiasti della salita, di difficoltà contenute ma la lunghezza e l’affrontare il tutto in conserva richiedono comunque un certo ingaggio.
Nota sul rientro: noi abbiamo lasciato il furgono a Bondo per ben 4 giorni, avendo trascorso anche due notti al Gianetti per scalare lo Spigolo Vinci e il Dente della Vecchia. Per tornare a riprenderlo è stato provvidenziale il passaggio di Fabrizio e Giovanni, due simpatici alpinisti toscani che ci hanno portato in auto dai Bagno di Masino a Morbegno (e che ringrazieremo fino alla fine dei tempi!). Da qui abbiamo preso un bus che in un’ora ci ha portati a Chiavenna e poi il “postale”, altro bus che da Chiavenna va in Svizzera e lascia a circa due km da Bondo. Gli ultimi due km non si possono che fare a piedi, ma va già bene così. L’alternativa è un taxi che costa 200€ a corsa. Noi abbiamo speso in tutto 9€ in due per il primo bus, mentre al secondo l’autista non ci ha fatto pagare, forse mosso a pietà dai nostri zaini e dalle nostre facce!
Con Claudio, giornata perfetta.