A torto poco ripetuta, probabilmente per l’accesso laborioso. La roccia è buona, non ottima, decisamente migliore nella seconda parte. Prestare attenzione a qualche lama o masso instabile, in particolare nella prima parte.
Materiale: soste attrezzate o da rinforzare. Pochi chiodi in via, comunque abbastanza presenti nei tratti essenziali. Portare due serie di friends, di cui una fino al 4 BD, raddoppiando soprattutto le misure medio-piccole, una serie di nuts, qualche chiodo per emergenze, per rinforzare le soste o per attrezzare eventuali doppie nel canale.
Il primo, dal basso, attraverso il ghiacciaio ed il canale del Cengalo, è sconsigliato per la pericolosità e perché bisognerebbe poi portare sulla via piccozza e ramponi.
Il secondo, quello da noi seguito e qui descritto, avviene dall’alto, attraverso il colle del Cengalo, calandosi con 5 corde doppie nel canale medesimo. A nostro modesto avviso è migliore e decisamente più sicuro intraprendere la discesa da codesto canale quando esso sia totalmente sgombro di neve, sia per evitare scariche dovuto allo sciogliersi della neve, sia percorrere in maggior sicurezza eventuali tratti a piedi, sia per trovare le soste delle doppie ed infine per poter intraprendere la salita senza piccozza e ramponi ma con un paio di pedule leggere.
dal rifugio Gianetti raggiungere il Colle del Cengalo. Da questo seguire una corda fissa, pressoché orizzontale per circa 120 metri che conduce alla prima sosta (a spit) della via “Panoramica”. Questa sosta sarà la prima doppia.
Tutte le soste sono piazzate a dx faccia a monte, verso (ma non proprio contro) la parete del Badile. Seconda sosta a chiodi. Breve tratto a piedi (possibile doppia da attrezzare), ponendo attenzione a dove si cammina, per reperire una sosta (cordone visibile su una placca). Con tre doppie si arriva all’attacco (su terrazzino esiguo ma al riparo dal canale), costituito da un diedro con 2 fessure parallele (seguire quella di sx, sosta alla base e chiodo visibile in alto).
La via è pressoché impossibile da sbagliare ed è costituita da una prima parte più appoggiata con alcuni tratti più verticali e da una seconda decisamente verticale.
Nella prima parte è possibile effettuare tiri lunghi (difficoltà dal IV al VI/VI+).
La seconda parte incomincia da un comodo terrazzino e segue il gran diedro sbarrato in alto da un tetto (il diedro è ovviamente quello di dx). Difficoltà in libera fino al VI+/VII e tratti di A1/A2. Giunti sotto il tetto si esce a sx.
Attenzione: quando sarete fuori dal difficile non pensate sia proprio finita perché vi sono ancora 200 m di roccia molto delicata alla quale prestare molta attenzione. Prestare inoltre attenzione alla presenza di nevai che potrebbero scaricare all’improvviso blocchi di ghiaccio.
Discesa: dalla normale del Badile.
- Bibliografia:
- Gaddi