Sulla cartografia italiana, questa punta sconosciuta è scambiata con la vicina Pta Calabre, situata in realtà a est del colle di Rhemes-Calabre.
Vi sono vari modi di affrontare il Pilastro Sud, più o meno leggeri, che dipendono dalla scelta in discesa. Senza dubbio, uscire in cima a questa parete fra le più belle e segrete della vanoise è una possibilità che merita davvero, anche se costringe a partire abbastanza pesanti (Ramponi e piccozza per la discesa sul ghiacciaio).
Le difficoltà nono sono altissime, ma sonno assai sostenute sul 5/5+, che non dovrebbe essere considerato come grado minimo indispensabile a vista per salire quella via. In effetti, seppure attrezzata in modo decisamente sicuro (spit a tutte le soste, e spit sui tiri, da integrare), la roccia calcarea richiede a volte esperienza per non utilizzare certi appoggi. La maggior parte dei tiri propone comunque una roccia salda, e molto bella da scalare.
ACCESSO :
Dall'italia, seguire la val di susa, prendendo poi la direzione del colle del moncenisio. Passare il Moncenisio e scendere nella maurienne, seguire quindi la direzione del colle dell'Iseran (si passa dai paesi di Bessans e Bonneval sur Arc), salire al colle dell'iseran, dal colle scendere verso val d'Isere. Arrivati in fondo al vallone sottostante, si passa un Ponte sul fiume chiamato Pont St Charles, vicino al quale è situato un grande parcheggio. Si consiglia di dormire sul parcheggio in modo a partire poi presto la mattina.
Dal parcheggio seguire il sentiero che porta al Rif. Prariond, dopo 10 min. circa, all'inizio di una zona in piano del sentiero biforcare a sn in una traccia molto ovvia che sale sul pendio ripido che porta al pianoro (Tenn de Rhemes) posto sotto alla parete. Risalire il pendio fino al suo termine (1 ora circa), si arriva sul tenn de Rhemes, che si attraversa fino ad arrivare alla base dell'evidente Pilastro Sud, a sn di un canale a volte innevato.
MATERIALE :
Scarponi, 10 rinvii, fettucce, corde da 50, casco, una serie di friend medi, piccozza e ramponi per chi intende uscire in vetta. La salita è lunga, e gli ultimi tiri non sono facili... Portatevi un buon litro d'acqua a testa!
La via non è difficile da individuare per via degli spit messi, distanti (si puo’ sempre integrare per chi non fosse sicuro di se), ma sempre chiari sulla direzione da prendere. Ecco una descrizione veloce dell’itinerario (18 tiri).
Il primo tiro (6a) è il più impegnativo, anche perché si attacca a freddo, con le dita quasi insensibli. Ben protetto. Con un altro tiro si raggiunge la cengia detritica sopra, che si attraversa verso sn fino ad un piccolo pulpito (segno rosso un po’ sbiadito) sotto un diedrino grigio.
Il terzo tiro sale dritto, e quindi verso sn (facile rampa). Si ritorna poi verso Dx, muri molto belli, diedrino fino a raggiungere una cengia detritica sulla destra di una piccola torre appoggiata. Si sale in un diedro fino ad una forcella.
Attraversata quella forcella, si sale poi una placca a sn di un camino (5+), si prosegue su un muro, quindi camino, e in tre tiri dalla piccola forcella si raggiunge l’anticima.
Si attraversa la crestina fino alla base di una placca sotto un tetto.
Si sale la placca vicino al suo bordo sn, si attraversa a sn sotto il tetto, e con un bel muretto si raggiunge la sosta sotto un diedro strapiombante.
Si sale quel diedro, e con una successione di muri e diedri dapprima verso sn, e poi verso Dx, si raggiunge la cima del pilastro.
Se si sceglie di uscire in cima, si segue facilmente la cresta (roccia friabile, passi di III) fino alla cima (mezz’ora).
DISCESA :
Per chi sceglie di non uscire in cima alla Bazel, si raggiunge il ghiacciaio (glacier de Bazel) che scende verso ovest, tendendosi vicino alla cresta. A 2900m circa, scendere quindi il pendio roccioso verso sn (un po’ di disarrampicata facile), raggiungere una pietraia, e quindi una gola profonda (ometti). Una doppia di 50m o due doppie più cortisul versante dx della gola permettono di raggiungere i pendii erbosi verso Dx (ometti), e poi cengie erbose (tracce), un canale di scarico e un camino (disarrampicata 2), raggiungere il pendio erboso sopra il parcheggio.
Se si sceglie l’uscita più bella, in cima alla Bazel :
Dalla cima scendere il ghiacciaio (attenzione ai crepi) verso NO, per aggirare il costone (in realtà bastione) roccioso posto sulla dx. Lo si aggira in modo molto largo verso Dx (direzione N, poi NE, poi E, poi S fino a raggiungere il colle di rhemes-calabre.
Dal colle (3070), si scende lungo i pendii nevosi (dir. SE) fino a raggiungere il Tenn de Rhemes (pianoro sotto la parete). Da li’, si segue il sentiero di salita fino al parcheggio.
- Cartografia:
- Ign 3633 ET oppure IGC 102 (molto meno precisa)
- Bibliografia:
- Le Topo de la Vanoise (Merel e Deslandes)