Bego (Monte)da les Mesches

Bego (Monte)da les Mesches
La gita
vicente
5 09/07/2017
Accesso stradale
Parcheggiato a bordo strada a Lac des Mesches

Salita di grande soddisfazione alla cima piu’ famosa della Valle delle Meraviglie. Sveglia e colazione alle 7 al Refuge des Merveilles, con fuori una pioggia battente. I rifugisti sconsigliano qualunque salita in vista di possibili temporali pomeridiani e consigliano di scendere a valle. Facciamo colazione con calma e, passate le 8, spiove e il cielo sembra aprirsi. In men che non si dica parto (Federico voleva smaltire le fatiche del giorno precedente) e seguo cinque persone che avevano gia’ iniziato la salita.
Attraversata la diga del Lac Long Superieur, in breve raggiungo un gruppo di tre escursioniste francesi. Salgo con loro, mentre qualche goccia di pioggia minaccia il successo della salita. Per fortuna le gocce sono passeggere; la roccia in realta’ e’ asciutta. Superate infine le tre francesi. mi lancio all’inseguimento dei primi due, che vedo in vetta mentre io sono sull’anticima, dove mi rifocillo nei pressi di un paio di nevai rimasti.

Giunto alla base della vetta principale del Bego, trovo la strada sbarrata da una paretina esposta. Dove passare? Aspetto che i due francesi scendano per osservare dov’e’ il passaggio migliore. E’ facile andarsi a infilare in difficolta’ alpinistiche e su terreno esposto, se non si ha una buona relazione. Scopro quindi il passaggio del Gatto e procedo per cengia esposta. Non trovando pero’ il prosieguo del sentiero e soprattutto avendo visto scendere i francesi in disarrampicata su paretine esposte, mi infilo in un caminetto con ottime prese e giungo cosi’ a un pulpito, dal quale la cresta si restringe ma, con attenzione, ci si porta alla parte finale della salita, dove la montagna si allarga notevolmente. In breve raggiungo quindi la vetta con le bandierine tibetane e un panorama superbo.

Mi fermo a lungo in cima a godere in solitudine della bellezza dei luoghi e, una volta disceso al pulpito roccioso, incontro due delle francesi. Una aveva rinunciato per via delle vertigini (alcuni passaggi nella parte finale sono abbastanza esposti) e aveva preferito fermarsi sull’anticima. Le due francesi mi chiedono di aspettarle per la discesa, e cosi’ faccio.
Scendo infine con le francesi trovando tutto il sentiero che, con il senno di poi e conoscendo i posti, e’ esposto ma facile, senz’altro non alpinistico (mentre le difficolta’ affrontate in salita erano senz’altro di II grado almeno).
Segue discesa lunga ma facile su ampi pendii fino al Refuge des Merveilles, dove ritrovo Federico. Lunga discesa all’auto, evitando per poco un acquazzone.

Grande salita resa incerta fino alla fine dal meteo e dallo scarso dettaglio delle relazioni presenti finora su internet, che hanno reso laboriosa la ricerca dell’ultima parte di itinerario. Devo ancora ringraziare la guida dei graffiti, che il giorno prima mi aveva parlato del passaggio del Gatto da percorrere per salire sulla vetta principale del Bego.

A leggere le tante relazioni online, parrebbe che molti si siano limitati all’anticima del Bego. Specialmente in inverno, con molto ghiaccio, la salita al Bego da questo versante non e’ da sottovalutare e si apprezzera’ l’uso di picca, ramponi e corda.

Una nota sul rifugio: e’ stato rinnovato di recente, per cui l’infrastruttura non e’ male; il cibo e’ discreto (formaggio, torta, crostata e cubetti di zucchero immersi nel genepi eccezionali; minestra e pasta da rivedere completamente; arrosto cosi’ cosi’), ma i consigli alpinistici/escursionistici del rifugista e’ meglio ignorarli. Se avessimo seguito le sue indicazioni, ce ne saremmo tornati a casa con le pive nel sacco. E, invece, facendo sempre il contrario di cio’ che ci consigliava, abbiamo tirato fuori dal cilindro una due giorni superlativa.

Infine, una nota sul meteo: ilmeteo.it batte MeteoFrance 2-0. Corrette le previsioni a 2 giorni de ilmeteo.it per 2 giorni su 2. Abbiamo trovato l’unico posto sulle Alpi Occidentali dove la pioggia e i temporali sono rimasti sullo sfondo e non hanno dato fastidio! Sarebbe bastato essere in Valmasque e il nostro weekend sarebbe stato funestato dai temporali.

Un ringraziamento a Federico P. del CAI Ligure per due giorni splendidi e avermi aspettato al rifugio.

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