Comodo e bell’itinerario per salire questa montagnona. Come già dettoci dal rifugista, non servono i ramponi. La salita è evidente, così come l’avvicinamento e non occorre dire altro. Diverso discorso per la discesa, la quale, salvo il tratto sommitale, non è banale da trovare in caso di nebbia. Provo ad aggiungere un paio di indicazioni.. Scesi il primo pezzo della montagna (esposto ma evidente), si incontra un canale che scende a dx (lato francese): salvo si sia aspiranti suicidi, evitarlo! Proseguire sulla cresta (attenzione a non prendere il ramo che scende sul lato italiano), con semplici passi di disarrampicata (si incontrano un paio di cordini su spuntoni) fino al punto in cui, sempre sulla cresta, si trova un piccolo ometto con segno rosso sulla roccia e anello di calata sul versante italiano (sx). A quel punto scendere a dx (lato francese) per ghiaioni e facili roccette fino a mettere piede sulle pietraie. Lì il più è fatto. Traversare lungamente in direzione del Colle d’Arnas, senza perdere troppa quota. Giunti in vista di un grosso masso spaccato (alto 2-3 metri), scendere su sfasciumi raggiungendo il fondo del vallone. Da lì risalire brevemente al Colle d’Arnas, da quale, ometti e tacche riportano al Gastaldi. La salita è scorrevole (circa 4 ore); la discesa non è orribile come dicono a livello di terreno tuttavia, come precisato, non è scontata da trovare in caso di nebbia (frequente). Nel complesso gran bella gita su una gran bella montagna. La fortuna ha voluto arrivassimo in cima appena prima della nebbia, il che ci ha permesso di godere a pieno di un panorama molto vasto. Gentilezza e buona ospitalità al rifugio. Con Michele. Un saluto ai due ragazzi dietro di noi sullo Spigolo.