Bianco (Monte) Via Normale dal Refuge du Gouter

Bianco (Monte) Via Normale dal Refuge du Gouter
La gita
giancuni
4 07/07/2009

In cima alla montagna più alta d’Europa a meno di un anno da infarto.
E’ l’obiettivo raggiunto da noi quattro amici (due dei quali cardiopatici),
la realizzazione di un sogno portato avanti in tutta sicurezza in collaborazione con la ASL 3 di Genova, con mesi di preparazione fisica e test medici.
Un’imprudenza, una bravata? No, semplicemente una spedizione medica nata per permettere a due di noi, innamorati della bellezza delle montagne e colpiti da infarto, di riprendere a vivere pienamente la loro passione in totale sicurezza nonostante i problemi di cuore.
Seguiamo un progetto di educazione alla salute: per far sì che anche gli altri pazienti colpiti da infarto o con altri problemi cardiaci capiscano che si può ritornare alla propria vita precedente, con un programma di attività fisica studiato e tenendosi sotto stretto controllo medico.
Niente di eccezionale dal punto di vista alpinistico, sul Bianco ogni giorno salgono decine di guide e alpinisti più brillanti di noi, l’averlo raggiunto con gli scopi e le finalità mediche prefissate ci riempe di orgoglio.
“Lo abbiamo fatto prima di tutto per noi stessi e poi anche per dare un segnale di speranza per tutti coloro che si ritrovano d’improvviso ad avere la loro vita sconvolta dalla diagnosi di una malattia di cuore e che in quel momento pensano che non potranno più avere una vita normale e piena”.

Partiamo con tempo incerto da Les Houches, il meteo prevede miglioramento con possibilità di forte vento in quota. Troviamo innevato il tratto dal Tete Rousse al rif. Gouter, dove la salita è senza patemi per la stabilità del terreno dovuta alla neve che salda le pietre. Rifugio affollato, ci si corica ma non si dorme. Partenza ore 3 con luna piena, uno scenario che ti resta impresso nella mente. Alle 5,30 raggiungiamo la capanna Vallot, personalmente, come la volta precedente, patisco il pianoro del colle; sostiamo una buona mezzora attendendo il primo sole. Riprendiamo a salire trovando un vento forte e freddo sulla cresta delle Bosses, come le previsioni meteo avevano previsto l’intensità delle raffiche è notevole (calcolano sugli 80 kmh). La determinazione per il progetto, il buon allenamento e sopratutto la nostra coesione ci permette di raggiungere la vetta.
Un’improvvisa nebbia con galaverna ci suggerisce di attendere un miglioramento del tempo, insieme ad altri alpinisti, di nuovo nella provvidenziale capanna Vallot. Siamo ben equipaggiati, un fattore da non trascurare anche se lo zaino pesucchia di più.

In compagnia di Celso, Lucio, Cesare.
Ringraziamo l’ufficio guide di St Gervais per la collaborazione data alla ricerca del posto letto.

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