Condizioni meteo molto favorevoli: neve presente dai 2700 m in su (all’andata era presente il residuo dell’ultima nevicata, di pochi giorni prima, già dai 2300-2350 m), temperatura bassa fino a 2 gg prima (zero a 3000 m), rialzo termico dal giorno prima –> visto numerosi distacchi di superficie mentre salivamo lungo la morena sotto il rifugio Durier nel pomeriggio, sole e poco vento il giorno della salita in vetta.
La salita il primo giorno è molto lunga e dai 2.680 m del Refuge de Plan Glacier che si incontra nel cammino abbiamo calzato i ramponi che abbiamo tenuto fino al Ref. Durier. Gli ultimi 500 m ca sono una salita faticosa per la franosità del terreno che, fortunatamente, abbiamo trovato quasi interamente coperto di neve e con una traccia già battuta. Da notare che questo tratto è decisamente ripido e, soprattutto nella parte finale, sia la pendenza sia la franosità, lo rendono lento e da percorrere con attenzione per evitare scivoloni e soprattutto per non causare troppe cadute di pietre; di fatto è la parte meno divertente di tutta la gita. in 7h30′ – 8 h ce la siamo cavata (dovessimo mai ripetere l’esperienza, partiremo sicuramente più leggeri…)
Trascorso il termine del pomeriggio al rifugio, ceniamo e ci corichiamo. Come per la cena, anche per la colazione siamo al secondo turno (alle 3:00) ed alle 3:45 partiamo per la vetta.
La traccia è ottima e le cordate numerose. Il primo tratto è tutto nevoso e saliamo senza difficoltà alla luce delle frontali. Arrivati alla base del tratto in arrampicata, ci incolonniamo dietro alle varie cordate che ci precedono e, chiacchierando durante le fermate obbligate con gli altri alpinisti, saliamo di conserva mettendo qualche ancoraggio ogni tanto per sicurezza; da rilevare che il tratto roccioso non è particolarmente difficile, anche se non banale, e lo superiamo abbastanza agevolmente con i ramponi ai piedi (per un confronto segnalo che in falesia mi limito a tirare il 5° da primo, oltre comincio a tribolare e comunque il 6a è il mio limite). La bella notizia è che per la discesa sono state attrezzate con catene e spit 3 calate da 25 m; la prima è chiaramente visibile quando si termina il tratto di arrampicata più verticale. Dalla fine dell’arrampicata (prima sosta di calata) alla vetta in pratica non abbiamo incontrato più difficoltà di rilievo.
Foto di rito e cominciamo la discesa. E’ senza problemi fino al ref. Durier dove ci rifocilliamo prima di affrontare i 2.380 m che ci separano dalla macchina…
…nota dolente come dice Marco, ottimo compagno per queste imprese come sempre, anche le belle cose finiscono prima o poi…. Una sosta con gelato, frutti di bosco e panna alle Chalets de Miage ci rappacifica gli animi