- Accesso stradale
- In autobus a La Palud
Tanti gulliveriani sono saliti al Boccalatte, tutti hanno riportato la loro impressione ma come sempre per una miglior valutazione Aiazzone docet: “Provare per credere”. Così a distanza di anni (ma non ero mai arrivato a destinazione, solo alla scaletta) son salito anch’io al Rifugio, partendo da La Palud perché adesso i bus arrivano solo fin lì.
Non c’è dubbio che, usciti dalla rada pineta e attraversati i due torrenti, il percorso non è più solo escursionistico; il tratto che porta alla scaletta è parecchio ostico, meno male ci sono i bolli gialli che guidano ed adesso una parte è stata attrezzata. Anche allo sbarco dalla scaletta un canapone riporta sul marcato sentiero, sentiero che poi ben evidente porta, risalendo il costone, fino all’attraversamento del torrente, dove adesso pare non incomba più il rischio di cadute dal ghiacciaio sovrastante. Attraversato il torrente e ritornati sulla traccia di sentiero si trovano subito i canaponi che portano al rifugio, e qui ovviamente la difficoltà aumenta.
Il Boccalatte di per sé costituisce già un ambizioso traguardo, ma si può far di più se dal rifugio si sale, sempre con un breve tratto attrezzato, al belvedere superiore (palo nivometrico) e poi, seguendo le tracce ed i tanti ometti, si risale alla sommità dove c’è l’attacco del ghiacciaio per la salita alle Grandes Jorasses. Io l’ho fatto, spettacolo ed emozioni sono indescrivibili, anche se purtroppo la nuvolosità era già scesa a rovinare il quadro.
Per la discesa concordo con lussi2003: da non sottovalutare, merita la stessa concentrazione della salita. Io me la sono presa comoda, ma occhi sempre sul percorso e in più dedicando tutto il tempo alle fotografie che non ho fatto in salita.
Percorso di salita che “rende”, forse le 3h 30’ da Planpincieux sono un po’ larghe. Dato l’ambiente severo non può essere un percorso facile e lineare, ma grazie alla traccia, ai bolli e agli ometti è sempre evidente o intuibile.
Rifugio in chiusura: ancora questa settimana a mezzo servizio e poi si sbaracca. Fine della stagione
Un saluto a Franco, gentile rifugista, ed a lui un doveroso grazie: visto come si presenta oggi il rifugio, ha davvero compiuto un’opera straordinaria rimettendo a nuovo una struttura rimasta ferma e chiusa per tanto tempo.
Un grazie alla moglie per il recupero a Courmayeur. Oggi mancava Frank, ma si sapeva che scaletta e canaponi non sono proprio cose da cani.