Fessura del peccato alla Borra di Canala, Gruppo della Pania della Croce, Alpi Apuane
Breve ma interessante itinerario alpinistico sito sulla destra orografica della Borra di Canala. Aperto dal basso da Emanuele Cesaroni e Almo Conti il 7.6.2012 in circa 5 ore.
La linea sale l’evidente diedro-fessura per due lunghezze e prosegue per fessura e placca nel terzo ed ultimo tiro. La linea è stata salita in stile pulito con dadi, friends e chiodi e si sarebbe potuta definire totalmente ‘trad’ se non fosse stato per quell’unico spit piantato (in un tratto in placca del terzo tiro) al fine di non imbrattare ulteriormente le braghe dei due apritori già abbastanza provati dalla mole considerevole di roccia marcia presente in via; dal vile gesto ne è deriva il nome della via.
Durante la salita abbiamo comunque pesantemente disgaggiato tutto il tracciato; tanta e tale è stata la mole di sassi, macigni e interi pilastri tirati giù a son di imprecazioni e moccoli che siamo persino riusciti a disturbare il quieto vivere di alcuni avventori stranieri presenti al vicino rifugio Rossi alla Pania. Si può quindi attualmente dire che, a parte qualche presa da verificare e un pò di terra, la roccia si dovrebbe ora presentare sana, bella e godibile. Comunque attenzione!
Abbiamo lasciato in totale 4 chiodi, un dado incastrato e uno spit. Le soste sono tutte da costruire con friends e dadi. La roccia ben si presta a tale fine. Sono quindi utili dadi e una bella serie di friends fino al n. 4 camalot (provvidenziale per la fessura terminale del II tiro). E’ consigliabile raddoppiare le misure medie e piccole e portare anche frinds micro. Si consiglia anche una nutrita scelta di chiodi vari. La via è quindi facilmente integrabile e sono presenti poche ma provvidenziali clessidre.
Relazione
L1. Si sale per fessurine entrando nell’evidente diedro a banana che si segue verso destra fino ad uscire per diedro fessurato. Sosta comoda su piccolo ballatoio. 35M, VI, due chiodi e un dado rimasti.
L2. Si prosegue nel bel diedro fin sotto ad un tetto. Si esce a dx e poi a dritto fino ad un terrazzo che precede una bellissima e larga fessura al termine della quale per vegetazione, in pochi metri si raggiunge un’ ottima cengia dove sostare. 30M, VI.
L3. Si traversa a destra fin sotto la bella fessura verticale. Si sale per essa fino al chiodo a U nero, poi ancora dritti per placca fino allo spit e poi a sinistra ancora in placca (chiodo) seguendo un pilastrino fino ad uscire su rocce più articolate e infine al pianoro sommitale della Vetricia. 50M, VI+, 2 chiodi e uno spit.
Avvicinamento
La via più breve per raggiungere la via è partire dalla località “Piglionico” (Garfagnana -> Gallicano -> Molazzana -> località Piglionico) Qui si segue un tratto breve del sentiero n.7 per poi prendere a destra il n.127 che porta al rifugio Del Freo. Menando il n. 127, dopo un lungo tratto di sali e scendi si deve prendere la deviazione di sinistra, del sentiero n. 139 che vi porta al cospetto della bella guglia della Torre Oliva posta a silenziosa guardia della Borra di Canala. Si sale la borra per ravaneto guadagnando un tratto di sentiero più pianeggiante che si segue ancora finchè non sia possibile individuare sulla destra orografica (a sinistra, salendo) il diedro della via.
Discesa
Dal termine del terzo tiro della via, la cosa più consigliabile (per chi non conosce troppo bene la Vetricia) è raggiungere la sommità del suggestivo altopiano-dedalo. Qui vi si paleseranno una serie di ometti in pietra che vi guideranno in direzione del rifugio Rossi. A grandi linee dovete proseguire verso SUD in direzione di foce al Puntone, facendo attenzione alle grandi forre qui presenti (l’abisso Revel è nei paraggi!) cercando via via di scendere e guadagnando per sali e scendi rocciosi alcuni prati. Qui potete quindi risalire verso foce a Puntone (ancora a SUD) rientrando nel sentiero 139 e poi 7 oppure infilarvi nel bosco ad EST dove una traccia ripida tra le foglie vi porterà più brevemente in prossimita della palina della teleferica del Rifugio Rossi da qui ben visibile. Dalla Vetricia è anche possibile tirare a NORD seguendo gli ometti fino a riprendere il sentiero n 7. Si consiglia questa opzione a coloro che hanno ancora un largo margine di luce poichè chi non conosce la zona può rischiare di perdersi nei dedali della Vetricia. Inoltre, a conti fatti, risulta comunque più breve salire al rifugio imboccando poi da esso il n. 7 in discesa.