Roccia di calcare scistoso, molto "pungente" e poco affidabiel, comunque come spesso accade, migliore sul filo di cresta.
A differenza di quanto proprosto da AltoX noi non abbiamo ragiunto il Col Chalvet ma percorso a vista i vasti pendii del versante NE raggiungendo direttamente la vasta anticima del Furgon nei cui pressi si raccorda la via normale (tacche rosso scuro sbiadite).
Noi abbiamo lasciato l’auto nei pressi del secondo tornante della militare che con lunghissimi traversi in poca pendenza raggiunge il fortino nei pressi della Cima del Bosco (quota 1870-1880m).
Da lì risaliti per presa diretta i ripidi pendii erbosi nel bosco per poi spostarsi progressivamente verso sx fino a reperire un piccolo thalweg che risale fino a sbucare a sx (S) del Col Chalvet. Circa 150/200m di dislivello prima di sbucare sul crestone abbandonare il thalweg per portarsi a sx sul vastissimo pendio della parete NE del Furgon, risalendola nella suia interezza a vista, scegliendo i passaggi più convenienti. Esposizione moderata ma costante, detriti e lastroni (EE/F). In 2,30h circa raggiungere prima l’anticima e poi la cima del Furgon.
Panorami dolomitici sull’anticima della P. Muta e sulla cresta, che da qui appare alquanto scabrosa. In effetti la discesa dal Furgon verso S è piuttosto delicata, richiedendo varie calate in doppia, di cui un paio su espostissime lame che offrirebbero in salita passaggi di almeno IV grado. Terminato il tratto difficile, che a noi ha richiesto molto tempo in quanto cordata di 3, di cui 2 non alpinisti (!) si prosegue per cresta più larga verso la P. Muta, tenendo di preferenza il lato sx salendo: cenge e cengioni ricoperti di insidioso detrito e per lo più alquanto esposti sui verticalissimi appicchi lato E.
Riguadagnata la cresta, ora molto più larga (in realtà più un pendio che una cresta, “pianoro molto raddrizzato”, come amenamente definito dal capocordata), raggiungere l’anticima della P. Muta, 3050m (tratto che complessivamente offre un paio di passi di III, per lo più I e II, con percorso non obbligato) da cui alle spalle si hanno visuali severissime e affascinanti sull’ardito Furgon. In pochi minuti per elegante cresta nevosa si raggiunge la cima (3070 ca, ometto, fantastico panorama ovunque ed in particolare sull’imponente Boucher).
Dalla Muta si raggiunge camminando per facile traccia lato O la sommità del Gran Roc, un paio di facili passi di arrampicata alla fine (EE), da cui si scende brevemente per percorrere la cresta del Roc del Boucher, all’inizio facile ma che poi, offrendo un tratto difficile, impone lunghi traversi ascendenti lato O (trovati piuttosto sgradevoli, a causa del terreno ovunque fangoso). Riguadagnata la cresta si perviene dopo ca 100m di dislivello alla panoramicissima meta finale di questo incredibilmente affascinante e dimenticato percorso d’antan.
Per la discesa traversare brevemente i pendii SE del Gran Roc per poi scendere un breve ma esposto canale detritico/nevoso (delicato) e raggiungere la vasta sella detritica del colletto Brusà, 2850m, da cui diparte a sx, NNE, l’amenissima e ampia conca (vari laghetti in formazione) del vallone parallelo all’itinerario di salita. Discenderlo per moderate pendenze (tranne al suo inizio dal colletto) tenendosi tendenzialmente alla sua sinistra. In corrispondenza di un’ampia zona sassosa che precede il limite superiore arboreo iniziare uno sgradevole traverso verso sx in direzione della militare di cui in premessa giungendo nei pressi dei ripidi fianchi rocciosi e detritici (prudenza!) del Rio del Vallone, che va attraversato per poi raggiungere la militare medesima.
Tempi impiegati: fino al Furgon 2h30; da M. Furgon a P. Muta 3h30, fino al Gran Roc 45 min, fino al Boucher 1,45h per un totale di 8h30. Rientro in 4h15m. Totale 13h30 con le soste (circa 12h effettive).
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.2 Alta Valle di Susa Alta Val Chisone