Si cammina sempre in un paesaggio lunare, in cui qui e là si incontrano i primi segni di colonizzazione da parte di alcune robustissime specie vegetali.
Si consiglia di indossare guanti protettivi spessi, perchè un'eventuale caduta o scivolata porterebbe a contatto dei taglientissimoi bordi delle lave.
Assolutamente da evitare in caso di scarsa visibilità.
Si iimbocca il sentiero del Parco dell’Etna che per un tratto è in ombra, grazie ai numerosi faggi. Dopo circa una mezz’ora di camminata si incontra la Rocca degli Zappini, un antico cratere che ha come caratteristica una cascata di basalto che precipita per una cinquantina di metri verso il basso.
All’ombra di un maestoso faggio secolare si trova poi una sorgente di acqua che può servire a rinfrescarsi nel periodo autunnale e primaverile, non nei mesi estivi perché è asciutta.
Il sentiero prosegue su un terreno sempre più ripido e sabbioso, con presenza di arbusti di faggi, pulvini di astragalo e macchie di ginestre e arriva fino alla Serra del Salifizio; da qui si può già osservare dall’alto la Valle del Bove con le numerose colate .
Continuando a percorrere il sentiero bisogna spostarsi verso sinistra per poi attraversare un canalone che arriva dentro un bosco di faggi, percorrere questa discesa arrivando così fin dentro la valle.
Ora non vi è più un itinerario preciso. Si punta alla colata del 2018, cercando i passaggi più facili, quelli più ricoperti di ceneri e detriti. Si cammina in mezzo a stranissime forme laviche. Verso il centro della valle, il cammino si fa più facile e si raggiunge in breve la colata.
Ritorno per l’itinerario di andata.