Tempo inizialmente sereno, poi nuvole in aumento, ma qualche sprazzo di azzurro è rimasto per tutta la durata della gita. Molta acqua e umidità sul percorso che rendevano un po’ difficoltosa la progressione, specialmente nei tratti dove il sentiero è stato quasi “mangiato” dalla boschina (nei pressi della baita denominata “Sest” sulla cartina n. 11 ed.: L’Escursionista Zavatta il tracciato è quasi completamente scomparso nel folto della vegetazione). Ambiente davvero selvaggio. Come già sottolineato da Franco nella sua relazione, questa è una gita per chi ama i percorsi inconsueti in cui bisogna mettere in conto una certa dose di “ravanage”. Consigliabile effettuarla con buona visibilità.
Oggi con Franco, Elio, Michele e Claudio, alla ricerca dei sentieri perduti…