Consigliata subito dopo una nevicata oppure lasciare passare alcuni giorni per permettere la normalmente rapida trasformazione della neve.
In genere è fattibile nei mesi di gennaio e febbraio.
L’esposizione complessiva del monte non deve ingannare in quanto la salita avviene in realtà per pendii esposti a ovest-nord-ovest lungo una dorsale più o meno definita che dalla vetta scende fin sopra il paese.
Pendenze sempre contenute ma è possibile trovare pendenze maggiori nei valloncelli che si attraversano soprattutto nel tratto finale.
Dal parcheggio presso le centraline telefoniche imboccare sulla destra una strada in salita che attraversa il paese. Giunti presso il monumento ai caduti andare ancora a destra in ripida salita per poi uscire dal paese su mulattiera. Si oltrepassa un serbatoio e poi ancora a destra fin oltre un ponticello che attraversa il Fosso Canavetta. Con ampia curva verso destra si arriva alle prime radure dove, se l’innevamento lo consente, si può abbandonare la mulattiera e salire costeggiandola per le radure alla sua destra.
A quota 1100 ca. però occorre riprenderla perché una fascia di fitta boschina impedisce un’agile prosecuzione. Dopo alcuni tornanti si esce nuovamente dalla mulattiera e si prende a destra per radura arrivando presso un rudere (q. 1216 ca.) nascosto dalla vegetazione. Da qui si va decisamente a destra per iniziare a salire l’ampia dorsale che conduce verso la cima. A q. 1380 ca. si attraversa la strada per il Passo della Maddallena e per gli ultimi pendii di buona pendenza si raggiunge la cima.
Discesa per lo stesso it.
- Cartografia:
- IGM 1:25.000 da Geoportale Nazionale (vd. allegato)
- Bibliografia:
- I Monti del Mare di G. Pastine e M. Picco, ed. Tamari 1999