Da Tressi, seguire il sentiero n° 608 che risale il Vallone di Lavina fino a giungere alle baite Lavinetta m. 2092; poco prima delle baite, a destra inizia una esile traccia su prato, aggira la dorsale, diventa più marcata e con alcuni saliscendi attraversa diversi rii e giunge al pianoro denominato Tola Riunda (Rotonda), prosegue pianeggiante e raggiunge le baite Lavina Grossa, m. 2120.
Salire ora verso nord su malagevoli pendii erbosi, in assenza completa di traccia di sentiero, su alcune piccole pietraie, passando più volte piccoli corsi d’acqua, giungendo al pianoro di Prà Riund, m. 2460. Salire ora il valloncello, in vista del colle, tenendosi dapprima a destra, superare poi una pietraia verso sinistra e risalire ad un secondo combetto pietroso, attraversarlo e puntare al canalino e con l’aiuto delle mani si raggiunge la sommità del canale e a pochi passi, il Colle della Cadrega.
Dal colle, in direzione della Torre di Lavina, si risale la cresta, cercando il passaggio migliore, inizio a sinistra poi quasi sempre a destra; giunti sotto l’ante-cima a blocchi chiari, tagliare alla base sul versante Campiglia e percorso alcune decine di metri, ci si alza su placche con evidenti spaccature che danno accesso all’ometto di vetta della Punta della Cadrega. Discesa per lo stesso percorso fatto in salita, con possibile variante ad anello, un po’ esposta ma molto panoramica, dall’alpe Lavina Grossa seguire la traccia segnata con bolli di vernice, attualmente un po sbiaditi e su traccia di sentiero non sempre evidente, che taglia il versante denominato Ciapej di Prato Fiorito e giunge all’Alpe Giavino dove si innesta sul sentiero n° 610 che scende a Boschietto e si congiunge col sentiero che scende a Tressi.
- Cartografia:
- Mu Edizioni - Carta della Val Soana