Si può ovviamente abbreviare il percorso rientrando dalla Bocchetta dell'Ussol, ma sarebbe un peccato privarsi della seconda parte della cresta e della vetta del M.Cadria. Piuttosto si può considerare di spezzare l'itinerario in 2 giorni, pernottando magari al rif.Nino Pernici (ottima accoglienza e ottima cucina, peccato sia solo all'inizio della cresta, non molto conveniente quindi), oppure bivaccando in qualche punto della cresta magari sfruttando una delle innumerevoli caverne della guerra '15-'18 (spesso però usate anche da capre e camosci...).
Sentiero difficoltà EE, alcuni tratti esposti.
Periodo ideale per questo percorso l'inizio dell'autunno... in estate può fare caldo (in cresta non c'è acqua, ovviamente), in primavera bisogna tenere conto della neve che può rimanere fino a tardi, in particolare sulle esposizioni ovest nel tratto iniziale fino al Doss della Torta.
Da Lenzumo (800m ca.) si risale la valle lungo la strada asfaltata, dopo circa 2km prendere a destra (cartello “Piste da fondo” e sentiero 402 – Bocca di Trat). In questo primo tratto si può anche seguire il “sentiero naturalistico di fondovalle”, parallelo alla strada e più gradevole.
Si prosegue arrivando in breve ad un’area picnic, di qui si stacca sulla sinistra il sentiero 402 che risale ripidamente la Val Sorda arrivando alla Bocca di Trat 1579m; il rifugio Pernici è a breve distanza. Prendere ora sulla sinistra il sentiero 420, che traversa e risale poi sul versante ovest. Giunti dopo una mezz’ora a un bivio, prendere a dx per la Mazza di Pichea: si arriva rapidamente a questa prima elevazione della cresta.
Proseguire nelle vicinanze del filo di cresta, evitando sul lato Concei alcuni torrioni di roccia dalla forma curiosa, fino ad una bocchetta sulla quale si ridiscende per un breve ma ripido pendio di mughi e roccette (questo primo tratto di cresta di può evitare, senza grosso risparmio di tempo, prendendo a sinistra al bivio precedente). Ritrovato il sentiero 420 seguirlo arrivando in breve alla vetta del Corno di Pichea 2138m.
Da ora in poi il sentiero si mantiene sempre nelle vicinanze del filo di cresta e prosegue con numerosi brevi saliscendi, toccando la vetta del Tofino (2150), la Bocchetta dei Slavazi (2048), e le cime del Dosso della Torta (2156, croce di vetta raggiungibile con una brevissima deviazione dal sentiero) e della Gaverdina, per giungere infine alla Bocchetta dell’Ussol (1878), da cui volendo si può abbandonare il percorso ridiscendendo al fondovalle.
Si prosegue per il sentiero, ora con segnavia 455/Sentiero della Pace (indicazione per il M.Cadria), che si mantiene sempre nelle vicinanze del filo di cresta, deviandone significativamente solo per evitare gli appicchi rocciosi della Roccia Campei. Si incontrano numerose vestigia del primo conflitto mondiale: trincee, camminamenti e grotte scavate nella roccia, quasi tutte visitabili (con cautela).
Questo secondo tratto del percorso presenta saliscendi più pronunciati, in particolare per scavalcare la cima della Roda (2169), dopo la quale si incontra un’altra cima senza nome per scendere infine alla Bocchetta di Tortaval 1948. Inizia ora l’ultima ripida salita, che in ambiente splendido tra rocce e ripidi canali conduce alla vetta del M.Cadria 2254m.
Proseguire ora seguendo le indicazioni per Malga Vies. Al primo bivio pochi metri sotto la cima, prendere a sinistra per rimanere sulla cresta. Al termine si scende sulla destra verso Malga Cadria, che non si raggiunge, per scendere a sinistra la stradina fino a Malga Vies 1555m. Da qui, volendo abbreviare il percorso di un’oretta, si può già scendere sulla sinistra seguendo il sentiero 423 (indicazioni Ex Centrale – Lenzumo), ritornando alla strada a breve distanza dal paese.
Più interessante però continuare per il sentiero 459, che passa sul lato destro (sud-ovest) della cresta, risalendo fino al Monte Vies (1699m). Dopo ancora un pò di saliscendi, con piacevoli scorci panoramici sulla valle e il lago di Ledro, si scende decisamente fino alla Bocchetta de Zori 1174, da cui si prende a sinistra il sentiero che scende ripidamente verso la valle e in breve, passando presso una bella piccola cascata, riporta a Lenzumo.