- Accesso stradale
- no problem a Frere, parcheggio nei pressi di slargo con catena
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo portante
- Quota neve m
- 1800
Esiste un sentiero (bivio a sx dopo ca 10 min di marcia, di cui non mi sono accorto, ma il socio sì) che dovrebbe in migliori condizioni di pulizia ed in parallelo al tracciato seguito, raggiungere le grange Chiaramasco 1761 e poi ricongiungersi ben oltre al punto dove si è affrontato il pendio in presa diretta. Forse l’abbiamo incrociato e sempre forse dopo andava perdersi (chi può dirlo?).
Neve durissima/ghiaccio sui pendii boscosi superiori prima di raggiungere la cresta, spesso celato dagli aghi. Prima parte del crestone fino alla Chiotinetta classica neve sfondosa lati N. Da Chiotinetta neve da sfondosa progressivamente convertita in magnifica “crosta di cresta” morbida e portante, da far goduriosamente scrocchiare con i ramponi. Piccozza utile ma non necessaria. Discesa al colletto e primi 2/300 del Cumbal con neve molto dura (rischio slavine nullo) sul fondo e chiazze di prati ai lati. Larghe chiazze fino alle grange. Neve buona per ski solo lato SO prospiciente l’Oronaye (particolarmente attraente da questa prospettiva). -6° alla partenza e -4° all’arrivo, aria sempre fredda con sole caldo. No vento.
La gita al Sebolet aveva a lungo richiamato la mia attenzione sull’elegantissima Rocca Cairi. Chi se non quello scavezzacollo di Enzo poteva accettare con entusiasmo la proposta “esplorativa” ? Anche se la stagione appariva precoce, la curiosità ha prevalso. Detto e fatto, col senno di poi gita ben più facile del previsto e corda inutile. In cima in 4h circa, varie soste comprese. La cooperazione tra due solitari, irrobustita dalla crescente amicizia ha consentito un fantasioso proseguimento da vivi e lascia vivere. Enzo ha proseguito per cresta bevendosi in poco tempo la quota 2502, le Sommette e il traverso per Chialvetta con rientro circolare all’auto, il sottoscritto ha compiuto la predetta traversata, suo obiettivo da lungo tempo. Riunione con reciproci resoconti e memorabile libagione/merenda sinoira alla Mascha Parpaja. Nessuno in giro ma molti camosci.
Giornata per cui gli aggettivi entusiasti si sprecheranno a lungo, con l’unico neo di essere già nel cassetto dei ricordi.