Campagneda (Cima di) da strada per la Diga di Campo Moro

Campagneda (Cima di) da strada per la Diga di Campo Moro
La gita
joevaltellina
2 24/04/2010
Accesso stradale
ultima galleria: una lastra di ghiaccio
Osservazioni
Visto cadere valanghe a pera
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo non portante
Neve (parte inferiore gita)
Bagnata
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

RELAZIONE DI UN RIGELO NOTTURNO MANCATO – Questa mattina, a Sondrio, il tempo invitava a rimanere nel letto, ma visto che la fortuna aiuta gli audaci, abbiamo deciso di salire al Pizzo di Campagneda. Lungo la strada della Valmalenco, le nuvole basse aggrappate alle montagne, la strada bagnata, i banchi di nebbia che qua e là ci avvolgevano, sembravano dire: “ma dove pensano di andare questi due buontemponi?” Calzati gli sci, sempre avvolti da una foschia che creava un clima da giungla tropicale, abbiamo iniziato a salire e poi come d’incanto il cielo si è aperto e così è rimasto per tutta la giornata. Siamo arrivati in cima intorno alle 11.30. Il panorama che si gode dall’alto è molto bello, in particolare oltre al solito gruppo del Bernina e del Disgrazia, si ha un’incantevole vista sul ghiacciaio dello Scalino. Dopo essere scesi, piuttosto faticosamente per via della crostaccia e della neve molto bagnata, abbiamo ripellato per raggiungere l’Alpe Prabello e da lì passando per l’accogliente rifugio Ca’ Runcasch, ideale punto d’appoggio per chi volesse salire al Pizzo Scalino, abbiamo raggiunto la macchina.
Oggi, solo qualche persona è salita sul Pizzo, che comunque sarà percorribile ancora per qualche settimana.

P.S. Il Pizzo Scalino fu salito la prima volta da un gruppo di topografi lombardi al servizio dell’Austria nel 1830, il Pizzo Bernina dallo svizzero Coaz nel 1850, il Disgrazia dall’inglese Kennedy e dallo svizzero Anderegg nel 1863, mentre il più modesto Monte Spondascia, di cui il cosidetto Pizzo di Campagneda fa parte, fu “conquistato” sicuramente da qualche cacciatore di camosci o pastore locale.

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