Torno sul Campanile Basso dopo due anni dalla volta che avevamo fatto la Fehrmann, e poi dallo stradone provinciale ci eravamo calati perchè eravamo cotti e provati dalla salita. Sinceramente un po’ di timore, visto l’esperienza della Fehrmann, ma il risultato è stato completamente diverso. Combinazione di vie incredibile, se potessi dare più di 5 stelle le darei. Abbiamo diviso la salita in 3 parti prendendocene una a testa, prima Dello sulla parete Pooli, per niente banale ma si scala bene, poi tocca a me sul camino Scotoni che se si ha un po’ di esperienza con questo tipo di scalata si fa fuori bene (anche con lo zaino), e infine Teo sulla Preuss che, ragazzi che viaggio! Incredibile pensare che una parete compatta sia così appigliata e godibile da scalare. L’unico passo delicato è il traversino alla fine di L1, per il resto una vera goduria, e Preuss sicuramente un visionario per pensare di salire da lì slegato in quegli anni, dalla cengia sembra tutto difficilissimo! Una bellissima giornata con due amici veri, di quelle che finiscono sempre troppo presto. Abbiamo trovato due corde alla fine dello stradone provinciale mentre scendevamo, il Nicolini ci ha detto di una cordata di Norvegesi che era stata recuperata qualche giorno prima. I nevai sotto la bocca di Brenta non danno problemi (non servono ramponi) e la roccia in via è sempre ottima e ripulita dalle ripetizioni, occhio solo nei pressi dell’attacco a un saltino un po’ marcio per arrivare alla comoda cengia di partenza. Noi abbiamo pernottato al Brentei perchè il Pedrotti non faceva pernotti per ristrutturazione, ma consiglio assolutamente se possibile di pernottare al secondo, più comodo, gestori più simpatici e anche più economico.
Con Dello e Teo, secondo giorno della due giorni in Brenta